Torna a Roma la "Festa del bio e Montagna Madre"
La manifestazione il 29 e 30 marzo all'Orto botanico in sinergia tra FederBio e Slow Food Italia

L’Italia è un Paese circondato dal mare ma costituito per oltre il 70% da colline e montagne. Tutt'altro che marginali, le aree interne e montane rappresentano il futuro verso cui dirigere lo sguardo. Fondamentale però è l’approccio con cui si pensa allo sviluppo di questi territori, a partire dal cibo, dall’agricoltura biologica e dalla pastorizia. Questo il tema al centro della “Festa del BIO e Montagna Madre” che, rafforzando la stretta sinergia tra FederBio e Slow Food Italia, torna a Roma il 29 e 30 marzo 2025 con una manifestazione a ingresso libero allestita lungo i viali dell’Orto Botanico.
Organizzata da FederBio e Slow Food Italia, con il contributo della divisione Mountain Partnership della Fao e dell’Orto Botanico-La Sapienza, “Festa del BIO e Montagna Madre” oltre a sensibilizzare sull’importanza dell’agricoltura biologica come modello di produzione salutare e sostenibile, alla base dello sviluppo inclusivo delle aree interne, nel rispetto delle eccellenze tipiche e delle bellezze che caratterizzano i paesaggi montani, si pone l’obiettivo di consolidare il legame tra agricoltori e cittadini, ampliando la consapevolezza sull'importanza di adottare stili alimentari sostenibili che tutelino sia la salute sia la biodiversità e gli ecosistemi naturali. L’evento inoltre contribuisce a sostenere il programma di formazione della Mountain Partnership della Fao "Grow - Agrobiodiversità in un clima che cambia", incentrato sull'importanza della biodiversità nel migliorare la resilienza e l'adattabilità dei sistemi agricoli e colturali ai cambiamenti climatici organizzato in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma e Alliance Bioversity and CIAT.
Per due giorni Slow Food Italia e Slow Food Lazio animeranno i viali dell’Orto botanico di Roma con le bancarelle di 30 produttori di montagna dei Mercati della Terra del Lazio, ma anche di Abruzzo, Calabria, Sicilia ed Emilia-Romagna: piccoli produttori e artigiani del cibo che vendono ciò che producono e trasformano, possono garantire e raccontare in prima persona la qualità dei loro prodotti, tra cui molti Presìdi Slow Food, specie vegetali e razze animali, ricette e tradizioni gastronomiche in via di estinzione che l’associazione tutela e promuove.
Le aree interne coprono attualmente oltre il 50% della superficie agricola, con una forte vocazione biologica, e ospitano il 46% delle imprese agroalimentari italiane, con una presenza significativa di aziende gestite da giovani (9,2%) e da donne (25%). Sono territori importanti perché accolgono circa il 70% del patrimonio forestale del Paese, fondamentale per prevenire i dissesti idrogeologici. Ecco perché sono state messe a punto strategie e politiche nazionali a sostegno dello sviluppo economico, sociale e ambientale per questi territori più fragili e allo stesso tempo più ricchi di potenzialità. Inoltre si integrano le attività della divisione Mountain Partnership della FAO, l’alleanza volontaria internazionale impegnata a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni che hanno scelto la montagna e a proteggere gli ambienti montani in tutto il mondo, sensibilizzando l'opinione pubblica sulle sfide e le opportunità di questi territori.
“La montagna ricopre un ruolo fondamentale nel nostro ecosistema, dobbiamo però imparare ad ascoltarla, per capirne criticità e esigenze -sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio-. L’agricoltura biologica rappresenta una straordinaria opportunità di sviluppo per le comunità dell’entroterra, un motore di crescita economica e sociale nel rispetto delle tradizioni e delle bellezze naturali. Abbiamo scelto di dedicare la Festa del Bio e MontagnaMadre proprio alle zone interne e montane, territori spesso considerati marginali, ma in realtà custodi di un immenso patrimonio ambientale, sociale e culturale. L’agricoltura biologica può dare un nuovo slancio alle tradizioni agricole locali, che da secoli contribuiscono alla vita di queste terre e, insieme alla diffusione dell’allevamento bio e al pascolo, in grado di valorizzare le razze locali e gli allevamenti di piccola scala, può creare opportunità di lavoro, specialmente per i giovani e le donne consolidando il legame tra territorio e cibo all’insegna della sostenibilità. Vogliamo sensibilizzare i cittadini sull’importanza di sostenere le aree montane, affinché possano continuare a prosperare e contribuire al benessere collettivo, attraverso pratiche agricole che rispettino l’ambiente, favoriscano la protezione del paesaggio montano e, allo stesso tempo, contribuiscano a combattere il cambiamento climatico. Per futuro più inclusivo, sostenibile e prospero per tutti”.
“Oggi le terre alte e la montagna sono erroneamente definite marginali: al contrario, progetti imperniati sul modello agroecologico possono rappresentare una prospettiva concreta di lavoro e di vita in quelle aree, giocando un ruolo centrale anche nella lotta alla crisi climatica e ambientale -aggiunge Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia-. Lo dimostrano due esempi a noi molto cari: la castanicoltura e la pastorizia, che rappresentano ottimamente l'equilibrio auspicabile tra attività umane e natura. Le aziende presenti a Roma sono la testimonianza concreta che una montagna viva e sostenibile grazie al cibo è possibile”.
EFA News - European Food Agency