In Calabria si combatte la guerra del bergamotto
Sentenza del Tar Lazio rimette in discussione il riconoscimento di Dop e Igp: la parola passa al Masaf

È tutto da rifare per il riconoscimento dell'Igp al Bergamotto di Reggio Calabria. Una sentenza del Tar del Lazio, infatti, ha dato ragione al Consorzio tutela del bergamotto di Reggio Calabria, schierato dalla parte della Dop, di fatto, stoppando o almeno rimandando a data da destinarsi l'iniziativa del Comitato promotore per il bergamotto di Reggio Calabria Igp che si batte da tempo per il riconoscimento della tutela e valorizzazione dell'agrume calabrese.
La contrapposizione tra le due parti è nettissima. Il consorzio rivendica la superiorità della Dop per blindare l'origine del bergamotto reggino e si presenta come ente inattaccabile sul fronte della tutela dell'agrume avendo ottenuto la certificazione per l'essenza e vantando una storica presenza sul territorio. Il comitato per l'Igp, d'altra parte, lavora da oltre quattro anni a un disciplinare che ha trovato il consenso di un'ampia platea di produttori del territorio (più di 500), riuniti appunto nel comitato favorevole all'Igp opposto anche come rappresentatività al consorzio della Dop.
Approvando il disciplinare Igp il Masaf pare aver ritenuto più forte il gruppo produttivo a sostegno di questa etichetta, ma per il Tar la procedura seguita non è stata legittima. Dalla sentenza del Tar decorrono 90 giorni per ricominciare daccapo: è questo, infatti, il timing fisato dalla procedura del Tar del Lazio per la valutazione da parte del ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste della domanda di estensione della Dop dall'essenza, che già ha questo marchio, al frutto, presentata dal consorzio di tutela del bergamotto di Reggio Calabria.
Secondo il tribunale amministrativo, il silenzio del Masaf, che non ha risposto all'istanza ricevuta il 7 dicembre 2024 dando invece seguito all'iter per il riconoscimento dell'Igp (Indicazione Geografica Protetta), è illegittimo e costituisce un inadempimento di quanto prevede in materia la normativa su scadenze e obblighi procedurali.
L'ordinanza del Tar è una doccia fredda per il comitato promotore dell'Igp, arrivato in dirittura finale con la pubblica audizione sul disciplinare, di cui sembrava imminente l'uscita in gazzetta ufficiale e la trasmissione alla commissione europea per il sì definitivo. Invece, le vie legali adite dal consorzio per la Dop hanno bloccato tutto cambiando direzione alla vicenda, a favore della Dop, appunto. Adesso, però, il Tar obbliga il ministero a riavviare l'istruttoria per la Dop estesa al frutto.
A febbraio 2025 il Masaf ha depositato una memoria nella quale si difende dall'accusa di inadempimento spiegando che la riunione di pubblico accertamento sul disciplinare Igp costituiva una risposta implicita (negativa) all'istanza del ricorrente. In parole semplici, convocando l'audizione si accoglieva l'Igp rigettando la Dop. Il motivo addotto era la "maggiore rappresentatività" della categoria produttiva rilevata nel comitato promotore dell'Igp.
Il Tar ha dato invece ragione al consorzio. La sentenza del tar adesso obbliga il Masaf a riavviare e concludere l'istruttoria sulla richiesta presentata dal consorzio, entro 90 giorni, con l’adozione di un provvedimento espresso e motivato. Ma la questione (e la battaglia) non sarà così semplice, né breve la risoluzione.
EFA News - European Food Agency