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Ortofrutta. Apo Corneco: comparto di fronte a una sfida senza precedenti

In Emilia, nette perdite delle superfici coltivate nel 2014-2024: pere a -45%, pesche nettarine a -56,5%

L’ortofrutta italiana si trova oggi ad affrontare sfide epocali che ne mettono a rischio la sostenibilità economica e produttiva, fra effetti del cambiamento climatico, crisi delle filiere principali che rischiano una prematura estinzione, fitopatie, parassiti e dinamiche di mercato che favoriscono le produzioni a basso costo importate dall’estero. E l’Europa, se da un lato rimarca a parole la centralità del settore agricolo, sul piano normativo continua in un percorso di “disarmo forzato” dei produttori, rimuovendo una dopo l’altra tutte le molecole efficaci per tutelare le produzioni.

Uno scenario complesso sul quale ha voluto accendere i riflettori Apo Conerpo, principale Organizzazione di Produttori (OP) ortofrutticola europea, che, in occasione delle celebrazioni per il proprio trentennale, ha chiamato a raccolta le istituzioni europee, nazionali e regionali per il convegno “Coltivare il futuro tra politiche green e mercato”. Un importante momento di confronto tenutosi oggi a Bologna con l’obiettivo di mettere a fuoco i principali dati del settore e le strategie per garantire la competitività delle produzioni italiane nel panorama europeo.

Sul palco, insieme al presidente di Apo Conerpo Davide Vernocchi, anche Veronika Vrecionova, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Felice Assenza, responsabile Icqrf del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative, Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, e Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. L’evento, introdotto dal direttore generale di Apo Conerpo Daniele M. Ghezzi, che ha ripercorso le tappe salienti della storia trentennale dell’Organizzazione di Produttori inquadrandone l’impegno per la tutela e la valorizzazione del lavoro dei soci e il ruolo cruciale nel sistema ortofrutticolo nazionale ed europeo, ha visto la presentazione del report esclusivo realizzato da Nomisma “Sfide e strategie per la resilienza dell’ortofrutta”.

“L’ortofrutta italiana sta affrontando una delle fasi più critiche della propria storia", ha spiegato Vernocchi. "La combinazione di cambiamento climatico, restrizioni normative europee e concorrenza internazionale, rischia di compromettere la competitività di un settore strategico per l'economia del Paese e per l'intera Europa. La questione non riguarda solo la produzione, ma l'intero sistema agroalimentare, dalla tutela del reddito degli agricoltori alla sicurezza alimentare per i consumatori. Uno degli aspetti più problematici per il settore riguarda la progressiva riduzione dei prodotti fitosanitari disponibili imposta dalla Commissione Europea. L’Italia ha perso circa il 70% delle molecole autorizzate, con un’accelerazione drastica a partire dal 2000. Questo oggi significa che per ogni principio attivo eliminato, in mancanza di alternative efficaci si rischia di perdere intere colture fondamentali per il tessuto produttivo nazionale con un impatto gravissimo sia sul piano economico che di sostenibilità ambientale. Perché meno molecole significa più spreco alimentare: l’impossibilità di trattare adeguatamente le malattie sta incrementando i prodotti scartati, inadatti sia al commercio sia alla trasformazione industriale. Siamo di fronte a un bivio: le decisioni che verranno prese a livello europeo nei prossimi mesi definiranno il futuro del settore ortofrutticolo italiano. Non possiamo permetterci di perdere altre superfici produttive né di lasciare il mercato interno nelle mani di prodotti di importazione che non garantiscono gli stessi standard qualitativi e ambientali delle nostre produzioni”.

La ricerca, illustrata dalla Responsabile Strategic Advisory di Nomisma Ersilia Di Tullio, ha offerto un quadro approfondito dello stato di salute dell’ortofrutta italiana ed emiliano-romagnola, evidenziando le dinamiche di mercato, l’impatto del cambiamento climatico e le sfide della transizione ecologica. Il report ha messo in luce le criticità di alcune filiere emblematiche, evidenziando dati allarmanti: la perdita di oltre il 45% delle superfici coltivate a pere in Emilia-Romagna dal 2014 a oggi, il drastico calo degli ettari dedicati a pesche e nettarine (-56,5% dal 2014 al 2024) e la contrazione del catasto produttivo del kiwi (-6,1% negli ultimi cinque anni), con una significativa riduzione dell’export e un aumento delle importazioni che ne minacciano la competitività.

Parallelamente, il report ha evidenziato come l’Italia, nonostante la forte vocazione produttiva, stia progressivamente perdendo la propria autosufficienza in alcune colture strategiche, con conseguenze dirette sull’equilibrio del mercato interno. L’abolizione da parte della Commissione Europea dei quattro quinti delle molecole fitosanitarie autorizzate negli ultimi vent’anni e l’assenza di reciprocità nelle regole commerciali con i Paesi extra-UE rappresentano ulteriori fattori di pressione che compromettono la redditività delle aziende agricole italiane.

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EFA News - European Food Agency
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