Aife/Filiera Italiana Foraggi: le opportunità arrivano dall'Oriente
Dal 19 al 21 maggio alcune aziende associate parteciperanno al China Animal Husbandry Expo

Quello di Aife/Filiera Italiana Foraggi è un 2025 denso di iniziative internazionali finalizzate alla promozione sui mercati asiatici del foraggio essiccato e disidratato italiano, grazie soprattutto al progetto europeo che l’Associazione sta portando avanti da oltre un anno con la sua omologa spagnola Aefa, progetto che si concluderà alla fine del 2026 e che è stato finanziato per l’80% del suo valore (1 milione di euro) dalla Ue (leggi notizia EFA News).
Dal 19 al 21 maggio 2025 alcune aziende associate ad Aife/Filiera Italiana Foraggi parteciperanno in Cina al China Animal Husbandry Expo che si terrà nella città di Qindao, ulteriore tappa di un percorso avviato lo scorso anno con la presenza ad altrettante rassegne agricole che si sono svolte rispettivamente in Indonesia e in Giappone, Paese dal quale nei prossimi mesi arriverà una delegazione di esperti per una visita presso alcuni impianti di trasformazione associati. Inoltre, nel prossimo mese di novembre, per conto del Consorzio europeo delle imprese di disidratazione dei foraggi (Cide), la Francia ospiterà il Congresso mondiale delle Associazioni che raggruppano le aziende impegnate nella essiccazione e disidratazione dell’erba medica, a cui ovviamente parteciperà anche Aife/Filiera Italiana Foraggi che rientra nel gruppo degli organizzatori dell’evento.
Nel frattempo si allunga l’elenco delle aziende agricole e di trasformazione che hanno adottato il contratto quadro di filiera esclusivo per i soli associati Aife/Filiera Italiana Foraggi, approvato nello scorso mese di dicembre dal ministero dell’Agricoltura dopo un iter burocratico durato alcuni anni, che sancisce di fatto una vera e propria integrazione della filiera.
“Il contratto quadro", spiega il presidente di Aife/Filiera Italiana Foraggi Gian Luca Bagnara, "ha lo scopo di definire in modo chiaro e netto la compartecipazione nella gestione del ciclo produttivo dell’erba medica: sia l’agricoltore sia il disidratatore, con mezzi propri o avvalendosi di terzisti, si dividono le diverse fasi del ciclo produttivo e di conseguenza ne condividono il rischio di impresa con il vantaggio, tra gli altri, di poter accedere nei rispettivi periodi di attività all’agevolazione fiscale per gli oli minerali impiegati nelle attività agricole come previsto dal decreto interministeriale n° 454 del 14 dicembre 2001. Si tratta senza dubbio di un documento innovativo per il settore la cui finalità è una concreta integrazione della filiera, strumento oggi indispensabile per competere sui mercati internazionali”.
Tutti i mercati agricoli sono al centro delle turbolenze geopolitiche in corso, compreso quello dell’erba medica, anche se va detto che a livello nazionale l’importante domanda di foraggio sta destando meno preoccupazioni e al momento sembra che il comparto ne stia risentendo meno di altri. “A livello europeo le abbondanti precipitazioni che hanno colpito nei mesi scorsi la Francia, ma anche la Spagna e la Germania stanno generando non poche incertezze in termini produttivi per l’anno in corso", afferma Riccardo Severi, direttore di Aife/Filiera Italiana Foraggi. "Per quanto riguarda l’Italia il mercato, attualmente, sta rispondendo bene. Le quotazioni relative all'erba medica disidratata attualmente stoccata e registrate nelle Borse merci di riferimento come Bologna oscillano intorno a una media di circa 300 euro/tonnellata, mentre per l’erba medica di campo la forbice può variare tra i 150 e i 250 euro/tonnellata. Si tratta di un trend che nel corso dei mesi non ha subito forti oscillazioni e che per il prodotto disidratato conferma l’importanza dell’innovazione tecnologica legata al processo di disidratazione, aspetto strategico alla base della filiera integrata”.
Quali sono a questo punto le prospettive di semina per l’erba medica? “L’intenzione e l’esigenza sono quelle di mantenere la stabilità produttiva", conclude Severi, "anche se l’incognita legata alle piogge di questo periodo nelle zone vocate sta mettendo un po’ a rischio le semine, a cui si unisce l’incertezza legata ai quantitativi della produzione perché le alluvioni di questi ultimi due anni hanno reso i terreni meno fertili: elemento molto importante da tenere in grande considerazione. Il dato positivo è comunque legato anche all’andamento delle vendite delle aziende sementiere che possono esibire numeri positivi. Le piogge di queste ultime settimane e le temperature non permetteranno comunque di effettuare il primo taglio nei primi dieci giorni di aprile. L’arrivo della nuova campagna avrà un ritardo di 10-15 giorni rispetto agli anni passati”.
EFA News - European Food Agency