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Gli Usa verso il d-day, il giorno dei dazi

Atteso per domani 2 aprile il provvedimento che, dice Trump, "metterà fine alle pratiche sleali". Reazioni Ue e Italia

I riflettori del mondo sono tutti puntati sugli Stati Uniti perché domani, mercoledì 2 aprile è il previsto d-day, il giorno dei dazi o, come ama dire il presidente Donald Trump, il Liberation Day. Domani, insomma, entreranno in vigore i nuovi dazi del 25% sull'export di merci verso gli Stati Uniti. "Si partirà con tutti i Paesi e vediamo che succede", ha detto il presidente Trump. I dazi, secondo la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, dovrebbero "mettere fine alle pratiche commerciali sleali": proprio lei ha sottolineato che, con le tariffe, il "resto del mondo proverà quello che gli americani hanno provato finora. I dazi assicureranno reciprocità. Ogni paese che ha trattato in modo scorretto gli Stati Uniti dovrebbe attendersi dazi".

Sulle tariffe, Leavitt ha confermato che esse saranno annunciate il 2 aprile direttamente dal presidente Usa con un evento nel Rose Garden della Casa Bianca al quale parteciperà la sua amministrazione al gran completo. Le tariffe, aggiunge la portavoce, sono state decise dallo stesso presidente che si è consultato con il segretario al Tesoro, Scott Bessent. "Il presidente -sottolinea Leavitt- annuncerà un piano tariffario che annullerà le pratiche sleali che hanno derubato il nostro paese per decenni. È tempo di reciprocità ed è tempo che un presidente intraprenda un cambiamento storico per fare ciò che è giusto per il popolo americano". 

Le reazioni: Ue, Ursula von der Leyen

"Questo scontro non è nell'interesse di nessuno". Lo ha detto senza usare mezze parole la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, alla plenaria del Parlamento europeo, citando "contromisure molto decise, se necessario", alla politica dei dazi Usa pronta a a scattare domani 2 aprile. "Quella tra l'Ue e gli Usa è la relazione commerciale più grande e prospera al mondo e staremmo tutti meglio se potessimo trovare una soluzione costruttiva. Allo stesso tempo, deve anche essere chiaro: l'Europa non ha iniziato questo scontro. Non vogliamo necessariamente vendicarci, ma abbiamo un piano forte per vendicarci se necessario". 

"Il messaggio che voglio trasmettere è che abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per proteggere la nostra gente e la nostra prosperità -sottolinea la presidente Ue-. La nostra risposta immediata agli Stati Uniti è unità e determinazione: sono già stata in contatto con i nostri capi di Stato e di governo sui prossimi passi. Valuteremo attentamente gli annunci di domani per calibrare la nostra risposta. Il nostro obiettivo è una soluzione negoziata. Ma naturalmente, se necessario, proteggeremo i nostri interessi, la nostra gente e le nostre aziende".

"I dazi sono tasse che saranno pagate dalla popolazione -aggiunge von del Leyen-. Sono tasse per gli americani sui loro generi alimentari e sui loro farmaci. Alimenteranno solo l'inflazione. Esattamente l'opposto di ciò che vogliamo ottenere. Le fabbriche americane pagheranno di più per i componenti prodotti in Europa. Tutto questo costerà posti di lavoro, creerà un mostro burocratico di nuove procedure doganali e sarà un incubo per tutti gli importatori statunitensi".

"La nostra strategia -spiega la presidente- si basa su tre pilastri. Primo, siamo aperti ai negoziati. Andiamo verso questi negoziati da una posizione di forza. L'Europa ha molte carte in mano. Dal commercio alla tecnologia alle dimensioni del nostro mercato. Ma questa forza si basa anche sulla nostra prontezza ad adottare contromisure ferme. Tutti gli strumenti sono sul tavolo", ha aggiunto von der Leyen, citando l'intenzione di "raddoppiare gli sforzi sul nostro mercato unico" per "abbattere le barriere che restano".

Il ministro dell'Industria Adolfo Urso

"In un mondo sempre più caotico occorre avere cautela e responsabilità ed è quello che chiediamo alla nostra Ue. Aspettiamo le decisioni di Trump perché spesso ha detto delle cose e fatto altre. Aspettiamo le decisioni e prepariamo la nostra risposta, ma dovrebbe essere evitata l'escalation". Lo ha detto il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

"Se agiamo con contromisure -ha detto Urso riferendosi all'Ue-, ci facciamo male da soli. La soluzione non è quella di reagire creando un'escalation nella guerra commerciale che avrebbe solo perdenti, ma quello di avere una politica strategica più ampia creando nuovi accordi bilaterali, per esempio con l'India". Secondo il titolare del dicastero "ci vuole più fantasia nel reagire con altri strumenti che non siano solo i dazi. È necessaria una nuova politica industriale europea che restituisca competitività alle nostre imprese e tenga conto dei nuovi fattori geopolitici". In Italia "anche noi siamo preoccupati, ma non rassegnati. La politica commerciale è competenza esclusiva della Commissione a cui chiediamo cautela, responsabilità e lungimiranza".

"Tocca alla Commissione agire sul piano commerciale con accordi bilaterali preferenziali con altri attori globali -conclude Urso-. Ma soprattutto realizzando una vera politica industriale che restituisca competitività alle imprese europee, tutelando il mercato interno, con l'obiettivo della autonomia strategica su energia e materie prime critiche, tecnologia green e digitale. È l'Italia che si è mossa per prima ed ora catalizza le alleanze necessarie. Ma occorre fare in fretta".

Fc - 49383

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