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Aree interne: restare si può, anche al sud

Il "caso aziendale" di Filiera Madeo, impresa calabrese, quasi 30 mln euro fatturato e 150 dipendenti

L’agricoltura e l’impresa agricola come antidoto allo spopolamento delle aree interne del nostro Paese e viatico per la costruzione di un nuovo modello di sviluppo economico, che può partire dal Sud Italia. È il messaggio che emerge dalla conferenza stampa "Restare per innovare. Il ruolo dell’agricoltura per giovani e territori”, promossa dall'onorevole Maria Chiara Gadda, vicepresidente Commissione Agricoltura Camera. L’incontro, svoltosi questa mattina a Roma presso la Sala Stampa della Camera dei deputati, ha voluto accendere i riflettori sul problema e individuare possibili soluzioni, a partire da casi emblematici di sviluppo armonico di impresa-territorio, come quello calabrese di Filiera Madeo, raccontato nel volume “Il coraggio della restanza”. 

Le aree interne rappresentano una parte essenziale del nostro Paese: ospitano infatti quasi un quarto della popolazione italiana e comprendono circa 4.000 comuni, poco meno della metà del totale nazionale. “Eppure", ha ricordato Gadda, "senza un cambio di rotta sostanziale questi territori rischiano di desertificarsi, con conseguenze disastrose non solo per l’economia, ma anche per il paesaggio, la sicurezza idrogeologica, il patrimonio artistico, sociale e culturale delle nostre comunità”. Negli ultimi dieci anni (dati Istat) le aree interne hanno subito un calo di popolazione del 5%, con picchi oltre il 6% nel Mezzogiorno, a fronte di un declino nel resto d’Italia ben più contenuto. “Ma quello che preoccupa ancora di più è la fuga dei giovani talenti, che non trovano nei territori di origine possibilità di costruire un futuro. Questa perdita di capitale umano fa perdere il Paese in competitività e aggrava il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Per consentire ai giovani di rimanere – e di ritornare – bisogna accelerare gli investimenti infrastrutturali, sviluppare servizi per le famiglie, ripotenziare la norma sul rientro dei cervelli e agevolare davvero l’iniziativa privata con meno burocrazia. Fondamentale in questo scenario", ha concluso Gadda, "il ruolo dell’agricoltura, che non è solo un settore produttivo, ma un vero e proprio presidio di sostenibilità e sviluppo”.

Lo ha sottolineato anche Ernesto Madeo, fondatore dell’omonima azienda, la cui storia è raccontata nel libro “Il coraggio della restanza”, dove restanza significa il diritto di restare nel luogo natio, proteggendolo e rigenerandolo. Un fenomeno moderno, antitesi della migrazione, in cui Madeo, oggi sindaco di San Demetrio Corone (CS), crede fortemente: “Come sindaco mi sono posto gli stessi obiettivi perseguiti in anni di impresa, ossia creare i presupposti per lo sviluppo del territorio e la restanza delle persone. La politica regionale e locale deve offrire risposte concrete per evitare fenomeni di spopolamento. Anzitutto garantire risorse da destinare a viabilità, servizi e assistenza sociale alle famiglie che vogliono ritornare dall'estero per ripopolare i piccoli comuni; in secondo luogo puntare sulla promozione del territorio e sul turismo, sul sostegno agli artigiani locali che sono un esempio di mantenimento di attività economiche sul territorio, di servizi alle piccole comunità; infine fondamentale è la sanità locale, attraverso i presidi di guardia medica per dare immediata assistenza”.

Oltre alle politiche pubbliche, è necessario coltivare un nuovo approccio culturale: il sogno di restare e di cambiare le cose. Come quello che ha messo in pratica appunto Filiera Madeo, nata 40 anni fa come piccolo allevamento suinicolo tra le colline della Sila greca e oggi una delle principali realtà industriali della Calabria da quasi 30 milioni di fatturato, capace di esportare salumi di alta qualità in ben 25 Paesi e di offrire un futuro a 150 persone, tra dipendenti e collaboratori.

L’azienda, fondata appunto da Ernesto Madeo nel 1984, è oggi guidata dalla seconda generazione della famiglia. “Da imprenditrice, ma soprattutto da donna del Sud Italia", ha sottolineato Anna Madeo, attuale amministratore delegato dell’impresa, "sono consapevole di avere una grande responsabilità. Non solo nel dover 'far quadrare i conti', ma anche nel contribuire a far crescere il territorio e offrire prospettive alla comunità e soprattutto ai giovani che vogliono restare. Per questo, ad esempio, nel 2021 abbiamo fondato Academy Madeo, unica realtà di questo genere nel Meridione, che offre ad una selezione di studenti dell’ultimo anno degli istituti professionali la possibilità di partecipare ad un percorso formativo che termina con un contratto di lavoro presso una delle aziende di Filiera Madeo. Negli anni abbiamo inoltre promosso numerose iniziative di sostegno economico e di sicurezza dei dipendenti, dalla previdenza all’assistenza sanitaria integrativa. Abbiamo inoltre messo in campo progetti di sostegno a soggetti deboli e di incentivo all’occupazione femminile, anche costruendo un piccolo parco giochi in azienda. Promuoviamo infine molte attività ludiche, per favorire la socialità e il benessere”.

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