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Birra e sostenibilità /2. AssoBirra: Gen Z è la più "green"

In forte crescita tra i più giovani anche la rilevanza attribuita all’utilizzo di energia rinnovabile

Dall’indagine del Centro Informazione Birra (leggi notizia EFA News) emerge anche un crescente interesse per la sostenibilità nei comportamenti d’acquisto e nelle abitudini di consumo legate alla birra, con la Gen Z a fare da traino: ben il 40% degli intervistati appartenenti a questa generazione dichiara di essere consapevole di aver acquistato birra prodotta da aziende sostenibili, rispetto al 29% dei Millennials e al 25% della Gen X. Oltre la metà dei consumatori, indipendentemente dalla generazione, si dichiara disposta a pagare fino al 10% in più per una birra sostenibile. La Gen Z si conferma la più coinvolta, con il 27% pronto a spendere fino al 20% in più, dimostrandosi la classe generazionale che ha più profondamente modificato le proprie abitudini d’acquisto in chiave sostenibile.

Tra i principali driver di scelta, emergono l’agricoltura sostenibile (42%) e il packaging ecologico (37%), con un picco del 50% per la sola Gen X sul primo aspetto. In forte crescita tra i più giovani anche la rilevanza attribuita all’utilizzo di energia rinnovabile, come quella solare o eolica, indicata dal 32% della Gen Z. Infine, per gli intervistati di tutte e tre le generazioni sono i social media il canale preferito per ricevere informazioni sulle attività sostenibili delle aziende produttrici di birra (75%), dato che supera la TV (56%) come principale mezzo di informazione in quest’ambito.

A offrire una lettura più ampia sul ruolo della sostenibilità all’interno dei processi produttivi è Marco Ravazzolo, direttore dell’Area Politiche per l’Ambiente, l’Energia e la Mobilità di Confindustria, che sottolinea come le imprese italiane stiano già dimostrando una crescente maturità nel recepire i principi dell’economia circolare, trasformandoli in leve strategiche di competitività. “L’Italia è tra le economie più sostenibili d’Europa: basti pensare che, pur essendo la seconda potenza manifatturiera dell’Unione europea, si posiziona solo al diciassettesimo posto per intensità di emissioni. Questo testimonia un’elevata efficienza produttiva e un percorso concreto verso la transizione ecologica,” afferma Ravazzolo. Un impegno che si traduce anche in buone pratiche e progettualità tangibili: “Come Confindustria abbiamo raccolto numerose esperienze virtuose all’interno del nostro Rapporto sull’economia circolare, presentato recentemente al Parlamento europeo. Dalla valorizzazione dei sottoprodotti all’uso efficiente delle risorse, fino all’adozione di tecnologie per il recupero e il riutilizzo dei materiali, il nostro sistema industriale sta dimostrando grande capacità di adattamento. E questo vale anche per comparti come quello birrario, che possono integrare soluzioni sostenibili lungo tutta la filiera”.

Dalla simbiosi industriale alla gestione circolare degli imballaggi, le opportunità sono molteplici e concrete. Il settore birrario, in particolare, può trarre vantaggio da pratiche che puntano alla riduzione degli sprechi, all’ottimizzazione delle materie prime e all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, contribuendo così a soddisfare le aspettative di un consumatore sempre più consapevole e attento. “La sostenibilità rappresenta oggi una leva imprescindibile per creare valore lungo tutta la filiera birraria, in linea con le aspettative di consumatori sempre più consapevoli e informati. Con questa prima edizione 2025 del nostro Cib vogliamo continuare a raccontare il percorso che il settore sta compiendo, valorizzando le esperienze virtuose e promuovendo una cultura d’impresa responsabile, capace di coniugare qualità, innovazione e rispetto per l’ambiente”, conclude il direttore di AssoBirra Andrea Bagnolini.

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EFA News - European Food Agency
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