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CLARA MOSCHINI

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Inflazione, per Filera Italia il peggio deve ancora venire

"Lo spread costi di produzione e quello dei beni al dettaglio non può essere assorbito dalle imprese"

“L’inflazione di oggi è solo un’avvisaglia di quello che succederà a settembre”: così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, commenta le stime che vedono l’inflazione alimentare salire al +9,6% per luglio. “In un contesto in cui le aziende agricole ed alimentari hanno costi di produzione aumentati di circa il 40% - trainati soprattutto dai costi energetici, da quelli delle materie prime e dei fertilizzanti - lo spread tra incremento dei costi di produzione e quello dei beni al dettaglio non può essere assorbito dalle imprese” prosegue Scordamaglia. Secondo Filiera Italia, oggi sono a rischio chiusura il 13% delle aziende agricole corrispondenti a circa 250.000 imprese, a cui faranno seguito molte PMI alimentari. 

“L’inflazione deve ancora scaricarsi a valle in maniera completa - avverte Scordamaglia - cosa che provocherà un’ulteriore impennata dei prezzi dei beni alimentari al consumo in settembre, con effetti pesanti sulla povertà e soprattutto sulla diseguaglianza che se non gestita rischia di generare tensione sociale”. E tutto questo in un contesto internazionale difficile, con gli Stati Uniti entrati in recessione tecnica ed una Unione europea in difficoltà con un rallentamento della Germania che trascina le catene del valore di altri Paesi, a cominciare dall'Italia.

red - 25938

EFA News - European Food Agency
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