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CLARA MOSCHINI

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Ue, sul packaging l'Italia può fare di più

Frans Timmermans conferma che "riciclo e riutilizzo non sono in competizione"

“Riciclo e riutilizzo non sono in competizione”. Lo ha fatto sapere la Commissione Ue presentando la sua proposta per il nuovo Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio. La proposta è stata rivista al ribasso dopo le ultime polemiche ma il testo costringe comunque le aziende a proiettarsi verso nuovi modelli di business, assenti in paesi come l’Italia. 

"Nessuno vuole mettere fine alle pratiche di riciclo che funzionano bene o mettere in pericolo gli investimenti sottostanti. So che in Italia moltissimo già è stato fatto sul riciclo, vogliamo ancora di più, non di meno, non c'è competizione tra i due approcci -ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, parlando in italiano nel corso della presentazione della proposta sul packaging-. Non tutte le pratiche di riciclo funzionano veramente bene, ma il riutilizzo non è in competizione con il riciclo, abbiamo bisogno di entrambi gli strumenti, come di più impianti per il trattamento dei rifiuti".

"Se l'obiettivo è diminuire i rifiuti di materiale di imballaggio e quindi anche il materiale di imballaggio usato, il riutilizzo degli imballaggi è chiaramente uno dei modi migliori per raggiungere questo obiettivo -aggiunge il vicepresidente della Commissione europea, sottolineando che oggi l'Ue sta "finalmente stabilendo le condizioni per promuovere questa pratica in tutta Europa nei settori dove il riutilizzo ha senso, perché il riutilizzo ha benefici ambientali maggiori del monouso".

Con il regolamento la Commissione Ue punta su riuso e sistemi di deposito su cauzione per bottiglie di plastica e lattine in alluminio: meno ambiziosi sono i target di riutilizzo e di contenuto riciclato rispetto alla bozza circolata un paio di settimane fa e che aveva fatto infuriare i settori coinvolti, difesi da Confindustria. 

La proposta di regolamento è sostanzialmente uguale all’ultima bozza, di pochi giorni fa, ma l’industria dell’imballaggio Ue la boccia comunque. “Rischia di andare contro gli obiettivi del Green Deal” commenta l’organizzazione di categoria, Europen. Una proposta “demagogica e populista” per l’ex presidente degli industriali Antonio D’Amato, titolare di un’azienda del settore. Per D’Amato questa nuova normativa europea “rischia di mettere in difficoltà la tenuta stessa del sistema” produttivo e istituzionale.

Tra le novità, saranno vietate le confezioni monouso all’interno di bar e ristoranti e i flaconcini negli hotel. La Commissione propone una riduzione dei rifiuti di imballaggio pro-capite per ogni Paese del 5% entro il 2030 (rispetto a quelli prodotti nel 2018), del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040. 

“Ogni consumatore potrà risparmiare 100 Euro all’anno” è stato spiegato in conferenza stampa. Viene, però, rinviato di un anno, rispetto alla prima bozza, l’obbligo di deposito su cauzione per le bottiglie e i contenitori monouso per bevande con capacità fino a 3 litri che, quindi, entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2029 e non dal 2028. Il provvedimento offre comunque un’alternativa: se nei due anni precedenti un Paese membro avrà raggiunto il 90% di raccolta differenziata con altri strumenti, allora potrà evitare l’obbligo di introdurre questi sistemi.

Rispetto alla prima bozza si abbassano le pretese sui tassi di riutilizzo: da gennaio 2030, il 20% delle bevande take-away dovrà essere disponibile in un imballaggio riutilizzabile o usando i contenitori dei clienti, mentre dal 2040 la percentuale sale al 80%. Nella bozza di qualche settimana fa, le due percentuali erano del 30% e del contestatissimo 95%. Per i cibi pronti da asporto, gli obiettivi sono del 10% dal 2030 (prima era del 20%) e del 40% dal 2040 (prima era del 75%, dunque molto più alto).

Molto importanti per l’industria e per le imprese del riciclo i target relativi alle bevande alcoliche e analcoliche: esclusi vino e liquori, sono del 10% entro il 2030 (era del 20% nella bozza contestata) e del 25% entro il 2040 (anche qui prima si prevedeva un target del 75%). Per alcuni target, però, il mercato potrebbe correre più veloce: Coca Cola, per esempio, ha annunciato di voler utilizzare il 25% di contenitori riutilizzabili entro il 2030 per le bevande che commercializza in tutto il mondo, mentre stando a questo testo l’obbligo è di arrivare appena al 10% in Europa. 

Vengono abbassati anche gli obiettivi per gli imballaggi dell’e-commerce: dovranno avere il 10% di imballaggi riutilizzabili entro il 2030 e il 50% entro il 2040, mentre nella bozza della discordia erano rispettivamente al 20% e dall’80%. Il testo definitivo prevede che si arrivi al 35% di contenuto riciclato per tutti gli imballaggi in materiale plastico (nella prima bozza l’obiettivo era del 45%) e del 30% per le bottiglie monouso (50% nella prima versione). 

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