FederBio, indagine rivelerebbe uso di pesticidi vietati
Test su dodici campi in Italia col progetto "Cambia la terra"
Sono stati resi noti i risultati della campagna di informazione La Compagnia del suolo, con un piccolo test realizzato nell'ambito di "Cambia la Terra", progetto di FederBio con Legambiente, Lipu, Medici per l'Ambiente, Slow Food e Wwf. Secondo i dati, sono state trovate ben 20 sostanze chimiche di sintesi tra insetticidi, erbicidi e fungicidi in 12 campi convenzionali analizzati e comparati con altrettanti vicini terreni biologici con le stesse colture.
Il monitoraggio ha avuto carattere dimostrativo su un totale di 24 aziende agricole. In base agli esiti presentati durante la Festa del Bio di Bologna dal presidente di FederBio, Maria Grazia Mammuccini, la sostanza più rilevata è stata il glifosato, pesticida contestato ma il uso è attualmente pienamente legale, che compare in sei campi su 12: dietro c'è l'ampa, un acido che deriva dalla degradazione del glifosato.
Secondo una nota ufficiale di FederBio, si tratta "dell'erbicida più usato al mondo che ha effetti sulla salute degli ecosistemi e su quella umana, sul cui uso la Commissione europea deciderà ufficialmente entro metà dicembre".
Delle altre 18 sostanze chimiche di sintesi ritrovate, ben cinque risultano revocate da anni: due sono il famigerato Ddt e il suo metabolita Dde, sostanza che proviene dal degrado della molecola originaria. Le altre, ossia permetrina e imidacloprid, sono state vietate rispettivamente nel 2001 e nel 2018, ma sono state ritrovate in un campo di pomodori. L'ultima sostanza nociva, ossia l'oxodiazon è stata revocata nel 2021 ed è stata ritrovata in un pereto.
"L'agricoltura bio trae la sua forza e la sua ragion d'essere proprio dalla cura del suolo -sottolinea Mammuccini-. Proprio perché si tratta di un'agricoltura che non usa sostanze chimiche di sintesi, favorisce la cura del suolo mantenendolo sano e vivo".
EFA News - European Food Agency