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CLARA MOSCHINI

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L'Ue ci fa mangiare i grilli

Approvato il regolamento di esecuzione per l'immissione in commercio del prodotto in polvere

Filiera Italia: "“Trovata esotica, non certo soluzione per alimentazione sostenibile"

L'Ue ha autorizzato l'immissione sul mercato di Acheta domesticus, cioè i grilli domestici, in polvere parzialmente sgrassata. Lo prevede il Regolamento di esecuzione della Commissione del 3 gennaio 2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria. Il grillo domestico è il terzo insetto approvato in Ue dopo le tarme della farina essiccate e la locusta migratoria. Secondo quanto stabilisce il nuovo regolamento, per cinque anni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, solo la società Cricket One Co. Ltd è autorizzata a immettere sul mercato dell'Ue il nuovo alimento a base di polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico, salvo nel caso in cui un richiedente successivo ottenga un'autorizzazione per tale nuovo alimento. 

Da oggi, dunque, i prodotti contenenti questi nuovi alimenti saranno etichettati per segnalare eventuali potenziali reazioni allergiche. La Commissione Ue aveva chiesto, l'8 luglio 2020, all'Autorità europea per la sicurezza alimentare di effettuare una valutazione in merito: il 23 marzo 2022 l'Efsa ha dato il parere scientifico sulla sicurezza della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus intero quale nuovo alimento. "Mangi pure gli insetti chi ha voglia di esotico, ma è un gioco in malafede promuoverli per una dieta sostenibile in alternativa alla nostra -commenta apertamente contro Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia riportato da TgCom24-. Nessuna riserva, ci mancherebbe altro, per chi voglia assaggiare cibi esotici, lontani dalla nostra cultura, sbagliato e diseducativo, però, presentarli come alimenti sostenibili da scegliere in alternativa alla nostra dieta perché meno impattanti sull'ambiente. Si tratta di affermazioni false perché la nostra dieta non è solo di qualità, ma a basso impatto ambientale". 

L'agroalimentare italiano infatti, a fronte del più alto valore aggiunto in Europa pari a 65 miliardi di Euro, espressione della qualità prodotta, ha una emissione di CO2 a essa correlata pari a un terzo delle emissioni francesi e a metà di quelle tedesche, per non parlare del confronto con altri continenti. "Inoltre -prosegue Scordamaglia- va considerato che molti insetti contengono numerosi elementi antinutritivi che ostacolano il normale assorbimento dei nutrienti, riducendone l'efficienza nutrizionale, per non parlare delle sostanze chimiche contaminanti e causa di intossicazione, come quella avvenuta nel 2007 in California per consumo di cavallette importate dal Messico, sostanze spesso presenti in questi insetti, dato che molto spesso essi sono importati da Paesi con standard di sicurezza nettamente inferiori ai nostri".

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EFA News - European Food Agency
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