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CLARA MOSCHINI

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Etichette/2. Lollobrigida a Bruxelles per ribadire il no italiano

Il ministro all'Agrifsh di oggi conferma "inaccettabile" qualsiasi etichettatura con stigma sul vino/ Video

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"La nostra posizione è netta: qualsiasi etichettatura che preveda uno stigma sugli effetti del vino per la salute umana è inaccettabile". Con queste parole il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida ha ribadito durante l'ultimo question time al Senato il secco no alle etichette che l'Ue vuole imporre sugli alcolici. 

"Abbiamo l'impressione che chi le propone nasconda, dietro l'alto richiamo alla tutela della salute umana, un più pratico intento a impedire ai prodotti di eccellenza italiani, qual è il vino, di affermarsi sul proprio mercato -aggiunge il ministro-. Parliamo, infatti, di un complesso di obblighi per la creazione di un'etichettatura specifica per i prodotti destinati al mercato irlandese che potrebbe portare le nostre aziende ad abbandonare quel mercato o dissuadere gli operatori dal farvi ingresso".

"Informo -specifica il numero uno dell'Agricoltura e sovranità alimentare- che abbiamo parlato e aperto un canale diplomatico con gli omologhi di Francia e Spagna, danneggiati anche loro da questo tipo di indicazione, per proporre azioni condivise allo scopo di ribadire la la necessità di lavorare sulla distinzione tra consumo responsabile ed abuso di alcool, che va ovviamente contrastato". 

In quest'ottica, proprio oggi, nel contesto della riunione Agrifish, il consiglio Agricoltura e pesca in programma a Bruxelles, Lollobrigida dovrebbe incontrare il ministro dell'agricoltura irlandese Edwin Poots al quale, dice, "esporrò le nostre ragioni fiducioso di ritrovare i punti di condivisione e superare la diversità di vedute. Lo aiuterò anche regalandogli una bottiglia di vino, in modo che possa constatare che non abbiamo nessuna intenzione di danneggiargli la salute". 

"Rammento -prosegue Lollobrigida- che tutte le misure che impediscono direttamente o indirettamente gli scambi presenti o potenziali all'interno dell'Unione europea sono restrizioni vietate dai Trattati dell'Unione europea. È per questo motivo che insieme al vice presidente del Consiglio Antonio Tajani, che ha subito sposato la nostra posizione, il 12 gennaio abbiamo inviato una lettera al commissario europeo al Mercato interno Thierry Breton denunciando gli effetti distorsivi per il mercato di simili previsioni normative" (vedi articolo Etichette vini/2. Pugno di ferro di Tajani e Lollobrigida). 

"Non è solo, però, la tutela del mercato che ci interessa, perché è nostra intenzione ristabilire la verità -dice ancora il ministro dell'Agricoltura-. La misura irlandese non è giustificata da alcuna evidenza scientifica ed è vero, invece, che i rischi per la salute dei consumatori, termine pessimo, delle persone, dipendono dalle modalità di consumo, dal regime alimentare e dallo stile di vita". 

"È una verità -prosegue Lollobrigda- che si sposa con gli insegnamenti che abbiamo ricevuto e che noi riversiamo ai nostri figli, ovvero che è l'abuso di un alimento che reca pregiudizio alla salute, non certo il consumo moderato. Vale naturalmente per il vino, ma anche per qualsiasi altro alimento tra quelli ampiamente presenti anche nella dieta dei Paesi nordici".

"Per queste ragioni -sottolinea il ministro- è mia intenzione promuovere una serie di iniziative di studio, insieme al ministro della Salute Orazio Schillaci, che mi ha dato ampia disponibilità, sugli effetti del consumo degli alimenti, coinvolgendo i migliori studiosi del nostro Paese, alcuni dei quali, peraltro, hanno già espresso ampiamente le loro considerazioni, supportate scientificamente in tal senso".

"Non accetteremo mai -ribadisce Lollobrigida- sistemi di etichettature degli alimenti che, come il Nutriscore, producono effetti discriminatori verso le eccellenze alimentari alterando il mercato e condizionando le persone in nome di un'informazione corretta e approfondita che intendiamo dargli senza danneggiare le economie e le imprese che a questo sono collegate e che vanno difese proprio difendendo la capacità di discernimento che deve essere garantita alle persone, ai cittadini di tutta Europa e del mondo alle quali offriamo attraverso i nostri prodotti non solo eccellenze, ma anche potenziali fattori di benessere". 



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