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CLARA MOSCHINI

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L'agricoltura ristagna, economia del Piemonte in crisi

Il comparto, nel 2022, ha registrato l'1,5% in medo di nuove aziende

In Piemonte rallenta la nascita di nuove imprese (-8,3%) e aumentano le chiusure (+7,5%). Quel che è peggio è che, a zavorrare il comparto industriale, è l'agricoltura, che vive un altro anno di stagnazione. Sono questi i primi relativi all’andamento della demografia delle imprese nel 2022 così come emergono dal report di Movimprese, elaborati da Unioncamere Piemonte sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.

In base ai dati emerge come nel 2022 lo stock di imprese complessivamente registrate al Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonti a 425.873 unità: questo conferma il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,1% delle imprese nazionali.

Nel 2022 sono nate 22.879 aziende in Piemonte, l’8,3% in meno rispetto alle 24.958 nuove iscrizioni registrate nel 2021 anche se il 9,2% in più rispetto al 2020. Aumentano del 7,5% le chiusure rispetto al 2021 (e solo lo 0,5% in meno del 2020): con questi due dati, sottolinea un comunicato ufficiale Unioncamere, "il saldo appare ancora debolmente positivo con +1.077 unità registrate, fenomeno che segna la fine del rimbalzo post pandemico".

A livello settoriale, la performance peggiore nel 2022 appartiene al comparto agricolo, il cui tasso di crescita si attesta al -1,5%. Forte espansione, invece, per il comparto edile, che mostra il tasso di crescita migliore con un incremento del 2,23%, seguito a segno più solo dagli altri servizi (+1,3%). Il turismo mostra una debole contrazione (-0,1%), mentre commercio (-0,91%) e industria in senso stretto (-0,95%) segnano una battuta d’arresto.

“I risultati che ci restituisce questo 2022, chiusi gli effetti economici della pandemia, sembrano descrivere un tessuto imprenditoriale che fa fatica a risollevarsi e a trovare nuovi stimoli per intraprendere nuove attività e nuove sfide -spiega Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte-. A essere state colpite più duramente sono state le società di persone e le imprese individuali, meno strutturate per affrontare le crisi che abbiamo vissuto. Tra i settori si salva solo quello edile, mentre turismo, commercio, industria in senso stretto e agricoltura registrano tutti il segno meno. Le Camere di commercio non possono che continuare a sostenere i loro imprenditori, soprattutto attraverso le strade dell'innovazione, del digitale e del ricorso al credito”.

Proprio in virtù della battuta d'arresto registrata dal comparto agricolo, ecco che le province più vocate al settore mostrano tutte segni meno: Vercelli segna un tasso sostanzialmente nullo (-0,09%), mentre Cuneo si attesta a un -0,2%. Cali più significativi caratterizzano Alessandria (-0,37%) e Biella (-0,69%). La flessione più accentuata appartiene, infine, al Verbano Cusio Ossola (-1,18%). Al contrario, vista la vitalità del comparto costruzioni, Torino registra un +0,67%: Novara (+0,35%) e Asti (+0,24%) evidenziano ancora risultati positivi a differenza del resto del Piemonte.

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