Alimentari e ristoranti pagheranno il freno ai consumi nel 2023
Confesercenti: spesa mensile media familiare sarà 50 Euro in più rispetto al 2022. Poco spazio per il food
Sarà un 2023 con il freno tirato per quanto riguarda i consumi. A stimarlo è Confesercenti secondo cui quest'anno la spesa mensile media familiare, in termini reali, si fermerà a 2.442,5 Euro, ancora 50 Euro in meno rispetto ai valori registrati nel 2019, ultimo anno prima della crisi covid. La previsione, però, potrebbe cambiare radicalmente se il calo delle bollette dovesse essere confermato: la riduzione del peso delle utenze potrebbe, infatti, liberare fino a 30 miliardi di Euro, rendendoli disponibili per la spesa delle famiglie.
La maggior parte del budget degli italiani nel 2023 verrà assorbita dalle spese per l’abitazione e per le utenze domestiche: casa e bollette si prenderanno, in media, il 45,8% del bilancio familiare. Per il resto rimane poco: considerando le spese alimentari (17,3%), quell per l’abbigliamento (3,4%) e per salute (3,9), la quota della spesa complessiva assorbita dalle voci obbligate è addirittura del 70,4%. Appena 7 Euro su 100, in media, sono destinati alle spese ricreative: spettacoli e cultura (3,4%) e turismo e ristorazione (3,6%).
Il budget familiare nelle varie regioni, anche in questo caso cela profonde differenze tra i territori. La voce casa e utenze, nel Lazio, supera il 51,4%, ed è uno dei fattori che spingono la crescita complessiva della spesa familiare nella regione, superiore ai livelli nazionali. Ma la quota assorbita da utenze, affitti e spese condominiali sfiora la metà del budget familiare anche in Toscana e Liguria, entrambe al 49,1%, seguite dalla Puglia al 46,6% e dall’Emilia Romagna (46,3%).
La Puglia è anche la regione dove le famiglie dedicheranno la parte più bassa di bilancio familiare a spettacoli e cultura (2,1%), mentre a ridimensionare le spese per turismo e ristorazione sono soprattutto le famiglie calabresi (1,7% della spesa media mensile). La spesa alimentare, invece, si restringerebbe in particolare in Trentino-Alto Adige (14,2%), anche se in termini assoluti a spendere meno sono gli abitanti della Sardegna (poco più di 400 euro, contro gli oltre 524 dell’Umbria).
La speranza è che nel corso del 2023 le tariffe di luce e gas si riducano del 40%, come ipotizzato dal ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti: in questo caso, la spesa complessiva sostenuta dalle famiglie per le utenze domestiche passerebbe da quasi 76 a poco più di 45 miliardi di Euro, scendendo da 2.950 Euro a 1.780 Euro l’anno per famiglia. Le risorse così liberate potrebbero dunque imprimere un’accelerazione ai consumi delle famiglie, ancora al palo nel 2023: nell’anno in corso, infatti, la spesa media mensile familiare, in termini reali dovrebbe crescere solo del +0,6%, pari ad appena 14,6 Euro in più al mese, l’incremento più basso nel triennio 2021-2023.
“La corsa delle tariffe e l’inflazione generata dal caro-energia hanno fermato la ripartenza della spesa dopo la pandemia -commenta Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti-. Uno scenario difficile anche per le imprese del terziario, che dipendono in larga parte dai consumi interni. Se confermato, però, il calo delle bollette potrebbe invertire la tendenza, anche se servono interventi che aiutino gli italiani a recuperare il potere d’acquisto già perduto. In particolare, sarebbe necessaria una misura per detassare gli aumenti retributivi: in questo modo si aiuterebbero le imprese a procedere ai rinnovi dei contratti nazionali, dando una spinta ai salari ridotti dall’inflazione energetica”.
EFA News - European Food Agency