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CLARA MOSCHINI

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Allevatori bovini "nel mirino delle lobby"

E' quando denuncia l'Araer, a margine di un corso per mungitori tenuto in Emilia

Gli allevatori del settore bovino sarebbero oggi "al centro di duri attacchi da parte di lobby che intendono ridimensionare, se non distruggere una delle voci più importanti dell’economia nazionale". A dichiararlo in un comunicato è Claudio Bovo, direttore dell'Associazione Regionale Allevatori dell’Emilia Romagna (Araer). Il suddetto ambito dell'agroalimentare, rimarca Bovo, "racchiude peraltro un patrimonio di tradizione ed esperienza incomparabile, l’impegno che l’Associazione sta portando avanti con un’azione di formazione e informazione capillarmente distribuita in tutte le province dell’Emilia Romagna non riguarda solo i nostri associati e gli allevatori in generale, ma vuole rappresentare anche un’occasione per far conoscere al consumatore il valore della zootecnia e la preparazione di chi vi opera, tentando di trasmettere ai non addetti ai lavori informazioni corrette e supportate da dati scientifici difficilmente contestabili. Araer è convinta di riuscirci”.

Il riferimento del direttore dell'Associazione è un corso sulla mungitura delle bovine da latte organizzato dalla stessa Associazione il 21 e il 22 febbraio scorsi nella sua sede territoriale per quanto riguarda la parte teorica, e presso un allevamento di Formigine (Mo) relativamente alla sessione pratica. Al corso hanno una sessantina di allevatori e il suo scopo è quello di contribuire ad accrescere la professionalità degli allevatori di bovine da latte, la cui produzione è prevalentemente destinata al Parmigiano Reggiano.

“Il settore zootecnico in generale, e quello dei bovini in particolare – spiega Carlo Sighinolfi, agronomo e docente del corso – sta vivendo una profonda trasformazione legata al miglioramento della sanità animale, al rispetto della sostenibilità, alle normative che stanno via via entrando in vigore a iniziare dalla nuova Pac; per questo oggi non è più possibile pensare al mungitore come a un mero operatore, bensì come a una figura specializzata perfettamente in grado di adottare con competenza tutti gli accorgimenti necessari per prevenire le malattie, in primis le mastiti, migliorare il benessere della mandria, rispettare l’ampio concetto di sostenibilità che oltre all’ambiente deve riguardare anche l’ambito sociale ed economico".

"Il significativo numero di partecipanti che abbiamo registrato al corso di Modena - conclude Sighinolfi - dimostra la sensibilità degli allevatori e soprattutto la loro voglia di essere protagonisti attivi e competenti del grande processo di trasformazione in atto all’interno del comparto zootecnico”.

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EFA News - European Food Agency
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