Il caso Electrolux preoccupa gli americani
Dagli Usa il sospetto che l'Italia penalizzi gli investimenti yankee a favore di quelli cinesi
Come se non bastassero tutti i guai occupazionali che, in Italia e in altre sedi del mondo, stanno falcidiando la produzione di elettrodomestici di Electrolux, ecco che adesso il caso diventa una querelle politica con gli Stati Uniti opposti alla Cina sul terreno di contesa che comprende anche l'Italia. Da qualche giorno, infatti su Electrolux sono puntati i fari dell'amministrazione americana. Il futuro della multinazionale degli elettrodomestici, infatti, ha fatto sorgere timori al di là dell'Oceano.
I timori sono dovuti alla possibilità che il gruppo svedese, con importanti stabilimenti a Susegana e Porcia nel pordenonese, possa essere ceduto ai cinesi di Midea che, in questo modo, entrerebbero in maniera preponderante in una fondamentale filiera della nostra manifattura (vedi Efanews dal titolo Electrolux in vendita? Cinesi in agguato).
A manifestare al Governo italiano le preoccupazioni dell'amministrazione americana è stato, come riporta il Foglio, Shawn Crowley, Incaricato d'affari ad interim presso l'Ambasciata degli Stati Uniti d'America in Italia, in pratica, il sostituto dell'ambasciatore che non è stato ancora nominato. Oltre a Electrolux, gli altri dossier presi in considerazione sono Intel, Ita, Priolo e Tim. Per tutti il sospetto degli americani resta lo stesso, ossia che l'Italia voglia penalizzare gli investimenti americani a favore di quelli cinesi.
"La sollecitazione americana non deve stupire - spiega a Nordest Economia Maurizio Castro, direttore scientifico del Master Cuoa con una lunga storia di dirigente proprio in Electrolux e conoscitore del mondo cinese dell'elettrodomestico-. Anche se potrebbe non sembrare il settore degli elettrodomestici ricopre una grande importanza strategica per due ordini di motivi. Il primo dal punto di vista tecnologico, dato che con la domotica si andrà sempre più verso processi di digitalizzazione spinta che coinvolgerà anche la gestione di dati estremamente sensibili. Ma non dobbiamo dimenticare che si tratta anche di prodotti che hanno una grandissima importanza per le famiglie e le imprese. Una possibile gestione da parte di un'impresa cinese dell'intera filiera, con possibili problemi sulle forniture, potrebbe creare danni importanti al tessuto sociale del Paese".
Secondo l'esperto, le preoccupazioni americane vanno lette come un invito al Governo italiano alla messa a punto di una politica industriale sull'elettrodomestico. "È necessario creare -aggiunge Castro- una holding a trazione pubblica, almeno in una prima fase, che guidi il processo di integrazione e sviluppo fra i produttori italiani minori, anche incorporando i siti indeboliti dalle ristrutturazioni e ricostituendo un presidio adeguato della componentistica, e crei un'alleanza con i produttori del contiguo settore professional. Non dimentichiamo che, appena nel 1995, il 45% degli elettrodomestici era prodotto in Italia: giusto per dire che stiamo parlando di elementi costitutivi della stessa identità industriale italiana".
EFA News - European Food Agency