Allevamenti intensivi: 3 associazioni Ue contestano parere Efsa
Questione di business: "Così molti pollai rischieranno la chiusura"
Il suggerimento dell'Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare (Efsa) in merito allo stop agli allevamenti intensivi di polli (leggi notizia EFA News) ha suscitato la netta opposizione di alcune associazioni europee di allevatori. La paura condivisa è che condizioni di vita più agevoli e spazi vitali più ampi per gli animali possano andare a danneggiare il business, generando un'impennata dei costi e dei prezzi. "Il parere dell'Efsa contiene raccomandazioni senza precedenti che, se applicate in questi termini, porterebbero semplicemente alla perdita della maggior parte del settore avicolo europeo, carne e uova insieme", afferma senza mezzi termini il comunicato congiunto di Copa-Cogeca, associazione che riunisce aziende e cooperative agroalimentari europee, assieme ad Avec (Associazione europea del settore delle carni avicole) ed Effab (Forum europeo degli allevatori di animali da reddito).
Tra le raccomandazioni inoltrate dall'Efsa, le associazioni ritengono che "la più sconvolgente" sia "la proposta di abbassare la densità di allevamento dei polli da carne convenzionali a un massimo di 11 kg/m²". L'attuale legislazione dell'Unione europea permette una densità massima di polli di 33 kg/m2, ovvero circa 16,5 capi/m2 con animali da 2 chili. Se i pareri dell'Efsa venissero accolti dai legislatori europei, "l'Ue chiederà ai produttori di pollame convenzionale di effettuare importanti investimenti in azienda, mentre il numero di volatili in una stalla dovrà essere ridotto del 72%", sostengono le associazioni di allevatori. "Non è facile trovare dati aggiornati e dettagliati, ma possiamo dire che nell'Ue la grande maggioranza degli allevamenti utilizza la densità massima", dichiara Paul-Herni Lava, esperto dell'Avec.
"L'attuazione di proposte così estreme comporterebbe la chiusura delle piccole e medie imprese nelle zone rurali, la perdita di competitività e l'aumento delle importazioni, con un massiccio aumento del prezzo della carne di pollame per i consumatori", prosegue il comunicato congiunto, rivendicando che "il lavoro svolto finora dagli allevatori di pollame, dai produttori e dall'industria dovrebbe essere ulteriormente riconosciuto. Manca - si legge - una recente letteratura scientifica a sostegno di questo tipo di miglioramenti già sviluppati nel settore".
In conclusione, le associazioni sollevano una serie di domande: "Come verrà finanziato tutto questo e quanto tempo verrà concesso per effettuare l'eventuale transizione? Quali saranno gli effetti combinati di queste proposte se riunite con gli altri testi legislativi che sono già in discussione a livello comunitario? In definitiva, come faranno i produttori dell'UE a resistere alla feroce concorrenza internazionale che non applica standard così elevati in azienda?".
Copa-Cogeca, Avec ed Effab incoraggiano quindi "la Commissione europea a colmare le lacune per evitare di compromettere la sostenibilità socio-economica e le condizioni di benessere degli animali nell'Ue".
EFA News - European Food Agency