Prospettive positive per la carne di pollo in Asia
La domanda nel Continente raggiungerà 154 milioni di tonnellate entro il 2031
L'Asia sta vivendo una fase a due velocità per quanto riguarda il settore delle carni. Afflitta da una delle più grandi epidemie di peste suina africana (vedi EFA News dal tiolo Asia invasa dalla peste suina), vive una fase invece positiva per quanto riguarda la carne di pollo destinata all'industria. La domanda di questo tipo di carne nella regione infatti, secondo gli esperti, continuerà la sua traiettoria di crescita raggiungendo probabilmente 154 milioni di tonnellate entro il 2031. Addirittura, dicono gli addetti ai lavori, potrebbe superare la carne di maiale come proteina numero uno nell'area asiatica. "Il settore avicolo ha un enorme potenziale - spiega Pelayo Casanovas, vicepresidente per l'area Emea e Apac di Cobb-Vantress, società statunitense di ricerca e sviluppo nel settore avicolo-. Le previsioni per il consumo di carne di pollame indicano una crescita del 16% nei prossimi otto anni, pari ad altri 21 milioni di tonnellate, il che rappresenta un'enorme quantità di produzione di pollame".
Secondo le previsioni, la carne avicola rappresenterà quasi il 50% di tutto il consumo di carne in Asia entro il 2031. Sono quattro i fattori che stanno guidando questa espansione:
- crescita della popolazione: in Asia: l'anno scorso sono nate 22 milioni di persone che, come ha detto Casanovas, "si spera mangino più pollo";
- urbanizzazione: oggi il 52% della popolazione asiatica vive in aree urbane, questa percentuale salirà al 70% entro il 2050. "Non appena le persone si trasferiscono nelle città hanno più opportunità, più potere d'acquisto e quindi consumano più proteine, più carne", sottolinea il vicepresidente;
- quote di mercato: il consumo pro capite di carne di pollo in Asia è ancora basso. "Il consumo asiatico di pollo è basso, meno di 10 chili pro capite, quindi c'è un potenziale di crescita", osserva l'esperto;
- aumento del potere d'acquisto: mentre le economie occidentali cresceranno di meno del 2%, molti Paesi asiatici potrebbero registrare una crescita compresa tra il 4% e il 7% nei prossimi anni.
Tradizionalmente, la regione Asia-Pacifico produce volatili più piccoli, con circa il 40% dei polli lavorati di peso inferiore ai due chili: secondo Casanovas, però, è in atto uno spostamento verso volatili più grandi, guidato soprattutto dalla Cina, che passa da 2,5 kg a quasi 3 kg in alcuni casi, e l'India destinata a passare da 2 kg a 2,5 kg.
Un problema può essere quello che in Asia-Pacifico, quasi il 40% dei volatili viene ancora venduto vivo. "Preferiscono acquistare il pollo vivo sul mercato oppure tagliarlo, lavorarlo e venderlo o consumarlo in piccole quantità insieme ad altri alimenti", spiega Casanovas. Il declino dei mercati del vivo non aumenterà necessariamente la domanda di polli interi, ma porterà piuttosto al disossamento e alla successiva lavorazione. Attualmente, tuttavia, solo il 14% dei volatili nell'area Asia-Pacifico viene disossato, contro il 53% del Nord America. Un altro problema è quello delle parti del pollo maggiormente preferite dai consumatori: nel Nord-Est asiatico: in Giappone e Corea c'è una preferenza per la parte di carne scura (cosci), mentre la Cina si utilizza maggiormente la parte bianca, ovvero quella del petto, sfruttando meglio l'intero uccello e riducendo così la differenza di prezzo tra carne scura e carne bianca.
Ultimo step illustrato da Casanovas è quello dei quattro fattori chiave che continueranno a guidare la produzione avicola mondiale:
- influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai): la recente epidemia è stata la peggiore mai registrata: le strategie di vaccinazione rimangono molto dibattute, ma la malattia non scomparirà. Le misure di biosicurezza standard non saranno più sufficienti a mitigare il rischio, secondo gli esperti;
- tendenze del benessere animale: i decessi e gli abbattimenti legati all'Hpai potrebbero diventare un problema di benessere, mentre nell'Ue i cambiamenti proposti nella gestione dei polli da carne renderanno la produzione particolarmente difficile;
- disponibilità di terreni: in Asia è un problema serio con costi elevati che incidono sulla capacità di ospitare i volatili. Alla fine, i produttori dovranno produrre di più con meno grazie alla genetica e alla tecnologia;
- carenza di manodopera: la tendenza globale porterà a una maggiore automazione, alla robotica e allo sfruttamento dei dati per prendere decisioni intelligenti.
EFA News - European Food Agency