Pesca: scintille tra Spagna e Ue
Il governo iberico critica la proposta della Commissione che "demonizza le reti a strascico"
C'è disaccordo tra Spagna e altri Paesi europei riguardo alla proposta della Commissione Europea riguardo a un piano d'azione per la conservazione della risorse della pesca. Il malumore è stato espresso dal ministro spagnolo dell'Agricoltura, della pesca e dell'alimentazione, Luis Planas.
Il rappresentante governativo iberico ha sottolineato la necessità che la Commissione effettui "un'analisi approfondita della situazione della pesca comunitaria, con un vero focus strategico sul futuro del settore della pesca, prima di elaborare qualsiasi piano". Planas ha informato le comunità autonome della posizione che la Spagna prenderà sul pacchetto di proposte di pesca della Commissione al Consiglio dei ministri dell'agricoltura e della pesca dell'Ue, previsto lunedì prossimo, 20 marzo.
Il governo spagnolo non condivide l'approccio generale, in quanto mancherebbe un "approccio strategico" e non verrebbero affrontati "in modo approfondito tutti i problemi che riguardano il settore, comprese le difficoltà del ricambio generazionale, azioni ovvie per garantire la sicurezza alimentare", mentre si "demonizza la pesca a strascico come un'arte dannosa". Il ministro ha lanciato un messaggio distensivo, dal momento in cui non vi è ancora una proposta legislativa concreta, assicurando comunque che l'esecutivo spagnolo difenderà gli interessi della propria flotta peschereccia.
Il 21 febbraio, la Commissione europea ha presentato un pacchetto in quattro punti sulla pesca: un piano d'azione per la conservazione delle risorse della pesca, due distinte relazioni sul funzionamento della politica comune della pesca (Pcp) e sull'organizzazione comune dei mercati e una comunicazione sulla decarbonizzazione del settore.
Il ministro ha ritenuto "deludente" il piano per la conservazione delle risorse, poiché non attuerebbe un "approccio equilibrato tra pesca e politica ambientale, non tenendo conto della dimensione socioeconomica della pesca. Inoltre, introduce azioni di limitazione e il divieto della pesca a strascico nelle aree marine protette in modo generico, senza considerare che non tutti gli attrezzi da fondo hanno lo stesso impatto". Il ministro rivendicherà la "necessità di svolgere preventivamente un solido lavoro scientifico che tenga conto dei punti di vista biologico, economico e sociale".
Per quanto riguarda la Pcp, il ministro ha spiegato che il documento privilegia esclusivamente le questioni ambientali, già oggetto della riforma attuata nel 2013, e non affronta una visione strategica per il futuro che consideri tutti i problemi attuali del settore della pesca.
Riguardo all'organizzazione comune dei mercati della pesca, il ministro insiste sulla necessità di difendere il prodotto comunitario da quelli dei paesi terzi e che sono richieste loro le stesse condizioni e norme di commercializzazione per non nuocere alla competitività della flotta europea. Attualmente il 70% dei prodotti della pesca consumati nell'Unione europea proviene dall'estero.
EFA News - European Food Agency