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CLARA MOSCHINI

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Piccoli frutti: caldo e parassiti le minacce più grandi

Incognite e opportunità del settore al centro di un incontro promosso da Fondazione Mach

Gli ettari coltivati a piccoli frutti (o frutti rossi) in Trentino ammontano a circa 140 per le fragole, 60 per il lampone, 40 per le more, 60 per il ribes e 150 per il mirtillo, con produzioni che complessivamente raggiungono un totale di circa 15.000 tonnellate annue. Sono i dati emersi nel corso di un nuovo incontro promosso dalla Fondazione Edmund Mach (Fem) a San Michele all’Adige. Durante l'incontro, moderato da Tommaso Pantezzi, responsabile dell'unità frutticoltura e piccoli frutti del Centro Trasferimento Tecnologico Fem, è stato affrontato il tema del monitoraggio annuale di Drosophila suzukii, che viene svolto per controllare l’evoluzione delle popolazioni e consentire una difesa più efficace delle colture. Si è inoltre visto come il clima, in particolare invernale, influenzi la sua sopravvivenza. Ne deriva che le temperature miti sempre più frequenti degli ultimi anni comportano percentuali di sopravvivenza più elevate durante le prime fasi del ciclo dell’insetto.

Si è parlato poi dei primi due anni di applicazione della lotta biologica al moscerino della frutta, che da oltre dieci anni rappresenta la principale problematica per i piccoli frutti ed il ciliegio. Il rilascio del parassitoide specifico Ganaspis brasiliensis è un processo lungo che prevede di valutare la diffusione e la sua capacità di controllo del fitofago. Come per le altre regioni d’Italia, si prevede la prosecuzione dei lanci per un ulteriore anno in seguito all’autorizzazione ministeriale per il rilascio. Un altro argomento affrontato sono state le nuove conoscenze sull’antonomo della fragola, un coleottero che oltre a colpire i boccioli fiorali, determina danni anche sui frutti. La Fem è impegnata ad individuare le tecniche di difesa integrata più idonee. Sono state infatti introdotte prove sperimentali utilizzando prodotti ad azione repellente per l’insetto, e soprattutto è stata registrata la presenza di parassitoidi del genere Triaspis in grado di parassitizzare l’antonomo con percentuali elevate.

Durante l'incontro si è parlato della coltivazione della fragola in provincia di Bolzano, che ammonta a 90 ettari, per la maggior parte ancora in suolo. Progressivamente i produttori si stanno orientando alla coltivazione in fuori suolo, più diffusa in Trentino. In Alto Adige, il Centro di Sperimentazione Laimburg sta svolgendo prove per valutare le varietà più adatte agli ambienti di coltivazione alpini e ad una gestione più sostenibile.

Nell’ultima relazione è stato presentato un resoconto della stagione produttiva della fragola in Trentino, in particolare sugli andamenti produttivi, che sembrano essere stati influenzati dal clima particolare della stagione 2022. Accanto alle temperature, anche l’entità della radiazione luminosa, in particolare nella stagione 2022, è stata superiore alla media degli ultimi dieci anni, e quindi anche questo parametro climatico potrebbe avere un ruolo nell’influenzare la fisiologia della pianta e conseguentemente l’andamento delle produzioni.

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EFA News - European Food Agency
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