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CLARA MOSCHINI

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Cargill ferma l'export di grano dalla Russia

Chiusa la campagna 2022-2023, dal 1° luglio la multinazionale Usa ferma l'attività

Cargill interrompe le esportazioni di cereali dalla Russia. La multinazionale statunitense, al sesto posto tra gli esportatori russi, ha informato il ministero dell'Agricoltura russo che smetterà di esportare grano dall'inizio della prossima stagione, che inizierà il 1° luglio. Secondo indiscrezioni, l'azienda ha comunicato per lettera al viceministro dell'Agricoltura russo che non intende esportare grano dalla Russia "in conformità con le questioni sulle esportazioni di grano e le raccomandazioni del ministero dell'Agricoltura". Allo stesso tempo, l'azienda ha promesso che le spedizioni previste per l'attuale stagione 2022/2023 saranno effettuate "nel pieno rispetto della quota esistente". La multinazionale ha confermato che, nell'attuale stagione agricola 2022/2023, esporterà circa 2,2 milioni di tonnellate, pari a circa il 4% di tutte le esportazioni russe di cereali. 

Sebbene Cargill sia un grande esportatore di grano russo e un grande commerciante di colture occidentali, il governo di Mosca ha dichiarato che la decisione dell'azienda non dovrebbe influire sulle spedizioni complessive dal Paese. "La cessazione delle attività di esportazione sul mercato russo non influirà sul volume delle spedizioni di cereali nazionali all'estero -ha prontamente dichiarato il ministero dell'Agricoltura Dmitrij Nikolaevič Patrušev-. Le attività di esportazione di cereali della società continueranno ad operare indipendentemente da chi le gestisce".

A sua volta Cargill ha specificato di aver ridimensionato le proprie attività commerciali e di aver interrotto i nuovi investimenti in Russia, operando solo su strutture alimentari e mangimistiche essenziali, in risposta alla guerra in Ucraina. Lo stop alle spedizioni di grano, conferma la multinazionale Usa, avverranno non prima di avere chiuso l'attività della stagione 2022-2023. "Poiché le sfide legate all'esportazione di cereali continuano ad aumentare, Cargill smetterà di prelevare il grano russo per l'esportazione nel luglio 2023, dopo il completamento della stagione 2022-2023 -sottolinea l'azienda-. Le altre attività di Cargill nel settore alimentare e dei mangimi, tra cui amidi e dolcificanti, oli e grassi e mangimi per animali, non sono influenzate da questi cambiamenti".

ll business del grano è diventato eccessivamente politicizzato e rischioso -spiega Eduard Zernin, capo dell'Unione russa degli esportatori di grano, che conta Cargill tra i suoi membri-. Credo che dopo aver valutato tutti i pro e i contro, l'azienda abbia deciso di minimizzare i rischi e di sbarazzarsi di un'attività potenzialmente tossica".

Le preoccupazioni per l'impatto sulle esportazioni russe, alla fine, potrebbero sostenere i prezzi: il grano è salito fino al 2,5% a 7,17 dollari al bushel a Chicago mercoledì, il massimo da inizio marzo. La decisione di Cargill, di proprietà di una delle famiglie più ricche degli Stati Uniti, arriva dopo che l'ex amministratore delegato e attuale presidente David MacLennan aveva dichiarato a dicembre che la società avrebbe mantenuto la sua decisione di continuare a operare in Russia.

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EFA News - European Food Agency
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