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CLARA MOSCHINI

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Centromarca prudente su consumi e redditività

Osservatorio Congiunturale: solo il 23% dei manager attende l'aumento dei profitti

Nonostante l’attenuazione delle pressioni sui costi di produzione le previsioni sulla redditività delle industrie di marca alimentari e non food restano caute. Lo dicono le evidenze dell’Osservatorio Congiunturale Centromarca redatto dall’associazione con il supporto di Ref Ricerche su un campione di 145 manager (amministratori delegati e direttori di funzione) attivi nelle aziende associate. Solo il 23% dei manager attende un aumento dei profitti, mentre il 51% li prevede sui livelli dell’anno precedente.

Nel 2022 il marcato aumento dei costi di produzione ha portato il 6% delle industrie associate a produrre in perdita e il 43% a registrare profitti in riduzione, in misura superiore al 10% (nel 22% dei casi). La dinamica dei prezzi registrata in questi mesi è dovuta all’esigenza di scaricare a valle gli extracosti sostenuti. 

Nuove tensioni sui costi di produzione potrebbero creare difficoltà alle aziende, anche alla luce del fatto che il ricorso al credito è più oneroso per effetto dell’aumento dei tassi di interesse. Di positivo c'è che l’indagine non evidenzia problemi di liquidità, ritenuta adeguata alle esigenze dell’attività corrente dal 75% delle aziende.

L’Osservatorio Congiunturale Centromarca conferma l’andamento debole della dinamica dei consumi nei primi mesi del 2023. "A confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente -riporta una nota ufficiale- aumenta la percentuale di quanti segnalano un arretramento delle vendite (dal 21% al 34%), mentre si riducono coloro che registrano un aumento (dal 53% al 41%). Le scorte si mantengono nella norma per il 67% delle aziende, troppo alte per il 16% e troppo basse per il 17%". 

Le prospettive, aggiunge la nota, "appaiono prudentemente positive": la percentuale dei manager che ritengono probabile un aumento delle vendite nei prossimi sei mesi passa dal 17% al 36% e quella di coloro che considerano possibile una riduzione dal 39% al 28%. Per il 96% degli intervistati, i livelli occupazionali dovrebbero mantenersi stabili. Restano, invece, sotto stretta osservazione i prezzi dell’energia: l’84% del campione afferma che "la fase più intensa delle tensioni è stata superata, ma considera che i costi si attesteranno su livelli superiori rispetto a quelli prevalenti prima del conflitto in Ucraina".

Centromarca, inoltre, "valuta positivamente la scelta del governo di tagliare i contributi a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio bassi, per un valore di oltre tre miliardi di Euro" a valere sul periodo maggio- dicembre 2023. "È un contributo al sostegno del potere d’acquisto -spiega Vittorio Cino, direttore generale di Centromarca-. Ed è un’ulteriore risposta alle richieste avanzate dalle aziende industriali e distributive in una fase di particolare debolezza della domanda. Ora auspichiamo la concretizzazione di altri interventi a sostegno delle famiglie e delle imprese. Per esempio, il taglio della pressione fiscale e il varo di provvedimenti che favoriscano gli investimenti e la crescita dimensionale delle aziende".

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EFA News - European Food Agency
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