Made in Italy: il valore della tracciabilità delle filiere
Se n'è discusso al convegno promosso da Assosementi. Italmopa e Assobirra tra i presenti
“La tracciabilità nel settore agroalimentare italiano è un dato ormai acquisito ed è un punto fermo per garantire la sicurezza degli alimenti in tutte le fasi di produzione dal seme alla tavola. Oggi i tempi sono maturi per un ulteriore passo avanti: quello che va verso la creazione di valore”. E' quanto ha dichiarato Eugenio Tassinari, presidente di Assosementi in apertura dell’incontro “La tracciabilità dei prodotti alimentari: una strada per la valorizzazione del Made in Italy” che si è svolto oggi a Roma presso Palazzo Falletti. All’evento, promosso da Assosementi, hanno preso parte esponenti della politica e rappresentanti delle associazioni di filiera Assitol, Assalzoo, Assobirra, Agrinsieme, Compag e Italmopa.
A introdurre l’incontro Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura e Industria del Senato. Ferdinando Albisinni, professore presso l’Università degli Studi della Tuscia ha poi fatto il punto sullo scenario normativo. Nel corso della tavola rotonda si sono espressi Giuseppe Castiglione, Raffaele Nevi e Marco Cerreto, componenti della Commissione agricoltura della Camera dei deputati, e Luigi Polizzi, direttore Generale Politiche internazionali e dell’Unione europea del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
“Mettere la tracciabilità al servizio della creazione di valore. Questo il segnale unitario che oggi le filiere lanciano al mercato, ha dichiarato Eugenio Tassinari. Proprio questa compattezza può diventare il terreno comune sul quale costruire insieme alla politica un sistema normativo che accompagni gli operatori in modo armonioso, prevenendo provvedimenti dalla portata limitata”.
Nel corso della tavola rotonda i rappresentanti delle associazioni di filiera hanno fatto il punto sull’impegno dei diversi comparti produttivi. Per Giuseppe Carli (Assosementi), “garantire la tracciabilità dei processi a valle della produzione sementiera diventa una necessità da cui non si può prescindere se si vogliono valorizzare le produzioni agroalimentari nazionali e fornire al consumatore un prodotto di qualità garantita”. Sul valore si è soffermato anche Ivano Vacondio (Italmopa) che ha dichiarato: “gli industriali mugnai hanno compreso che un sistema di tracciabilità efficace ed efficiente è un valore aggiunto sia in termini di competitività, sia per ridurre i costi. Per rispondere alle crescenti esigenze di tracciabilità, anche l’industria molitoria si è quindi mossa verso un importante evoluzione tecnologica e organizzativa”.
Michele Cason (Assobirra) ha sottolineato come, “per la produzione di una birra di qualità e sostenibile è necessario partire da un seme certificato. Un seme che certifichi la varietà, in modo che tutti gli attori della filiera produttiva possano beneficiare e valorizzare il continuo miglioramento genetico dell’orzo; un seme che certifichi la salubrità e la protezione della nascitura pianta, ma anche la provenienza e rin-tracciabilità”.
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