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CLARA MOSCHINI

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Peste suina, ancora allarme in Liguria

Crescono i casi arrivati a 590: si attende la prima ordinanza del nuovo Commissario

In Liguria è di nuovo allarme rosso peste suina. Crescono, infatti, i casi: ieri ne è stato registrato un secondo a Savona fuori dalla zona infetta. Le carcasse positive sono ora 590: il nuovo commissario per l'emergenza Vincenzo Caputo dovrebbe emanare la sua prima ordinanza e cresce il timore di un nuovo lockdown nei boschi. Dalle indiscrezioni riportate dall'emittente regionale tv Primocanale, dovrebbe arrivare una stretta per 153 comuni in Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna.

Di sicuro ad oggi qualcosa non ha funzionato, soprattutto hanno fatto cilecca le recinzioni che sono state messe nell'alessandrino fino al Faiallo, poi da Vignole fino alle Valle Scrivia. Insieme alla recinzioni doveva essere fatto un vuoto sanitario attorno, cioè dovevano essere effettuati una serie di abbattimenti, ma questo non è avvenuto. E così gli animali hanno fatto dei buchi nelle reti e sono passati da una parte all'altra.

Tempo fa la Regione Lombardia aveva accusato Piemonte e Liguria di aver contribuito alla diffusione del virus sia con le deroghe sia con i mancati controlli su quelle attività, consentite dalla primavera 2022 con vari accorgimenti, come la disinfezione di calzature e pneumatici per chi si recava nei boschi.

Il commissario Caputo, che i residenti liguri aspettano sempre di incontrare, dovrà anche decidere come abbattere i cinghiali nella zona infetta: cosa che, di fatto, non era riuscito a fare il suo predecessore, Angelo Ferrari, che si era scontrato più volte con Asl e cacciatori. A questo punto il nuovo commissario Caputo potrebbe decidere di coinvolgere l’esercito o le forze dell’ordine.

A breve si attendono anche le direttive del parlamento al Governo tramite la risoluzione che è partita ieri alla Camera dei Deputati dal deputato ligure della Lega Francesco Bruzzone. "Il mio obiettivo è quello di ottenere una corretta gestione della fauna selvatica e di far sì che si riconosca finalmente l’importante ruolo del cacciatore sulle attività di depopolamento, che non può più essere mortificato dal vincolo di incenerimento di tutte le carni, anche se negative al test Psa -spiega Bruzzone riportato da Primocanale-. Ulteriore obiettivo è quello di consentire sul territorio interessato lo svolgimento di tutte le altre attività, come outdoor, ricerca funghi, esercizio di altre forme di caccia, che sono fondamentali per l’economia di molti comuni dell’entroterra".

fc - 30923

EFA News - European Food Agency
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