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CLARA MOSCHINI

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Rubiera celebra "sua maestà" il cappelletto

Monumento al piatto principe del reggiano: sponsor Molini Industriali

A Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, quando si parla di enogastronomia non si scherza. Tanto che per celebrare sua maestà il cappelletto, piatto principe della cucina di quelle parti, è stato innalzato un monumento. o meglio, gli è stata dedicata una rotonda nel pieno centro di Rubiera, al confine con il modenese che si vanta di ospitare il cugino del cappelletto, ossia il tortellino. 

"Siamo proprio sulla linea di confine fra il cappelletto e il tortellino, per intenderci -spiega il sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro-. Diciamo che abbiamo pensato di creare un abbraccio, di lanciare un messaggio di benvenuto a chi arriva in territorio reggiano con quello che è uno dei simboli dello stare insieme e dell'ospitalità".

Sponsor dell'iniziativa lanciata dall'amministrazione comunale di Rubiera è stata la vicina ditta Molini Industriali di Modena nei cui silos viene conservato il prezioso grano. "L'incremento del turismo nel nostro paese viene anche e soprattutto da un modo di fare il cibo e da quella biodiversità che abbiamo noi: cose che stanno aiutando il paese a crescere e a fare ricchezza -sottolinea il presidente di Molini Industriali, Ivano Vacondio-. A Rubiera, d'altra parte, abbiamo una cosa incredibile: due ristoranti stellati". 

Non a caso, hanno partecipato all'inaugurazione proprio gli chef dei due ristoranti inseriti nella Guida Michelin 2023, situati praticamente uno di fronte all’altro: da un lato lo storico Arnaldo (la "Clinica gastronomica" aperta da Arnaldo Degoli nel 1936 e oggi guidata dallo chef Roberto Bottero, classe 1966, nipote di Degoli). Dall'altro, il più recente Osteria del Viandante, di Marco Bizzarri, dal 2014 ceo di Gucci, che ha deciso di esaltare il luogo all’interno del forte del XIII° secolo che si affaccia sulla piazza centrale (chef Jacopo Malpeli, 41 anni). II cappelletto, d'altra parte, è un piatto comune ai menu di entrambi i ristoranti. 

Il progetto del monumento, affidato all'architetto Edoardo Ranuzzini, è stato realizzato con una stampa 3d, sulla base di un modello digitalizzato del cappelletto. "Chi arriva e passa il ponte vede un cappelletto e capisce di essere in terra reggiana, quindi questo è un valore altamente simbolico -spiega Danilo Morini, uno dei soci dell'Associazione del cappelletto reggiano-. Fèr i caplèt vuol dire fare festa: una rotonda che ha un cappelletto ricorda la festa e i nostri momenti di gioia".

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