Siccità: è ora la Spagna l'epicentro del dramma
In Catalogna non piove da quasi tre anni. A rischio i gloriosi allevamenti di tori
Mentre l'Italia deve fare i conti con un maltempo che dura ormai da una settimana, la Spagna è ancora nella morsa della siccità. Si tratta probabilmente della più vistosa emergenza degli ultimi settant'anni. Con largo anticipo, il Paese è attanagliato da temperature massime che oscillano tra i 30°C e i 40°C.
Alcuni bacini idrici, riferiscono i media, sono già sotto il 25% della loro capienza, con un quarto del Paese in stato di allerta, tanto più che le previsioni indicano siccità fino alla metà di maggio e anche l'estate si prospetta più arida della media. In Catalogna non piove da 32 mesi (quasi tre anni): un problema di non poco conto, se si tiene presente che nella Comunità ricade un'area metropolitana come quella di Barcellona, con 6 milioni di abitanti.
Il tema infervora gli animi anche in considerazione della campagna elettorale per il voto amministrativo e regionale del prossimo 28 maggio. A dicembre sarà invece il momento delle elezioni politiche, in cui il premier socialista Pedro Sanchez si gioca la riconferma alla guida del governo del Paese iberico.
Il capo del governo è stato pesantemente attaccato proprio sul tema della siccità, da parte di esponenti del Partito Popolare e di Vox, al momento all'opposizione. "La siccità sarà uno dei temi che focalizzeranno il dibattito politico e territoriale nel nostro Paese nei prossimi anni", ammette lo stesso Sanchez.
Le condizioni climatiche mettono a rischio numerose coltivazioni nella penisola iberica, in particolare il riso (per il 60% coltivato nella provincia di Siviglia), il pomodoro e un po' tutta la frutta. A grande rischio sono anche gli allevamenti bovini, a partire dal "toro bravo" da corrida, emblema del folklore ispanico. "Di questo passo, scompariremo", denunciano gli allevatori delle grandi ganaderias".
La presidente della Asociación de Ganaderías de Lidia María Jesús Gualda rincara la dose: "È orribile, gli animali hanno già mangiato la poca erba che c’è nel campo e siamo costretti a comprare mangime e foraggio per nutrire il bestiame".
EFA News - European Food Agency