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CLARA MOSCHINI

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Emissioni: Comm. Ambiente Ue include allevamenti intensivi

Il voto è stato di segno opposto rispetto a quello di Comagri del mese scorso

Cia: "Così si rischia il fallimento di migliaia di stalle".

Per quanto riguarda la direttiva sulle emissioni industriali, la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha sconfessato la Commissione Agricoltura che un mese fa aveva espresso voto contrario (leggi notizia EFA News). Gli allevamenti bovini con più di 300 capi e quelli suini e avicoli con più di 200 animali sono quindi stati inclusi nella direttiva. Per quanto riguarda gli allevamenti misti, il limite è fissato a 250. Dalla direttiva sono stati esclusi gli allevamenti estensivi.

La Commissione aveva inizialmente proposto una soglia di 150 unità di bestiame per allevamento. Gli eurodeputati chiamati al voto hanno sottolineato l'importanza di garantire che i produttori al di fuori dell'Unione Europea (Ue) soddisfino requisiti simili alle norme europee. I parlamentari hanno anche votato per aumentare la trasparenza, la partecipazione pubblica e l'accesso alla giustizia in relazione all'autorizzazione, al funzionamento e al controllo degli impianti regolamentati.

Il registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti verrebbe trasformato in un portale delle emissioni industriali dell'Ue in cui i cittadini possono accedere ai dati su tutti i permessi dell'Ue e sulle attività inquinanti locali.

La relazione sulla direttiva sulle emissioni industriali e sulla direttiva sulle discariche dei rifiuti è stata approvata dagli eurodeputati con 55 voti favorevoli, 26 contrari e 6 astenuti, mentre il regolamento sul portale delle emissioni industriali è stato adottato con 78 voti favorevoli, 3 contrari e 5 astenuti.

Il Parlamento dovrebbe adottare il suo mandato durante la sessione plenaria del luglio 2023, dopo la quale potranno iniziare i negoziati con il Consiglio sulla legislazione finale.
Le attuali norme europee sulle emissioni industriali riguardano oltre 30.000 grandi impianti industriali e oltre 20.000 allevamenti intensivi ritenuti "responsabili di emissioni di sostanze nocive nell'aria, nell'acqua e nel suolo, che possono portare a problemi di salute come l'asma, la bronchite e il cancro che provoca centinaia di migliaia di di morti premature ogni anno nell'Ue".

In Italia, il voto della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha suscitato la disapprovazione dell'imprenditoria agroalimentare e zootecnica, a partire dalla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) che, in una nota, riferisce: "È ingiusto e scorretto equiparare la zootecnia a settori altamente industrializzati. Gli agricoltori sono continuamente impegnati a ridurre l’impatto ambientale delle loro attività con pratiche sostenibili, tanto che oggi in Ue l’incidenza degli allevamenti sulle emissioni complessive si colloca tra il 7% e il 10%. Ancora meglio fa l’Italia, dove le emissioni di CO2 della zootecnia rappresentano il 5% del totale".

"Non si può non tenere conto del parere degli agricoltori, e della Comagri stessa - conclude la Cia - di lasciare fuori gli allevamenti dalla proposta di revisione della direttiva sulle emissioni industriali. Altrimenti si rischia la chiusura e il fallimento di migliaia di stalle, compromettendo la capacità di approvvigionamento comunitario e aumentando l’import da Paesi terzi, con effetti negativi sulla sicurezza alimentare e sulla sostenibilità ambientale".

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EFA News - European Food Agency
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