Il tribunale di Verona ha dichiarato il fallimento di Paluani S.p.a. La storica azienda dolciaria, fondata 102 anni fa, produttrice di pandori, panettoni e colombe pasquali è di proprietà della famiglia Campedelli (ex proprietaria della squadra di calcio del Chievo) è stata dichiarata fallita dal tribunale che aveva revocato l’ammissione alla procedura di concordato preventivo. 

Il giudice, Monica Attanasio ha preso la sua decisione nominando curatori fallimentari Matteo Creazzo e Andrea Rossi, già commissari liquidatori, che convocheranno i creditori il prossimo 23 ottobre per l'esame dello stato passivo. La sentenza di fallimento con revoca della procedura di concordato è stata motivata contestando all'azienda una serie di criticità fra le quali le scarse possibilità di riuscire a soddisfare i creditori. In sostanza, a fronte di un ammontare di quasi 82 milioni di Euro richiesti, la somma che la società veronese rendeva disponibile era inferiore a 1 milione. Inoltre, gli apporti di finanza da soci o amministratori per circa 1,8 milioni di Euro risultavano quasi per intero privi di garanzia.

Paluani, l'anno scorso era stata ceduta per 7,6 milioni di euro, al termine di un'asta, alla Sperlari che fa capo al gruppo dolciario tedesco Katjes International. Dopo la cessione delle attività produttive alla Sperlari, Paluani 1921 S.p.a., sotto la gestione dell’azienda tedesca, ha cercato di riprendersi e riallinearsi alle quote di mercato perdute. Altro destino, invece, è stato seguito dalla società d'origine, cioè Paluani S.p.a., ancora in possesso di beni immobili, che in parte, nel frattempo, sono stati alienati.

Intanto Sperlari rassicura i consumatori che, a fronte del fallimento della Paulani S.p.a., “i prodotti Paluani continuano a essere normalmente distribuiti nei punti vendita, ovviamente a seconda delle stagionalità. Ciò è stato reso possibile grazie all’acquisizione da parte di Sperlari, lo scorso anno, del brand e dello stabilimento. I prodotti Paluani continuano quindi a essere a disposizione dei consumatori e il marchio ancora patrimonio vivo della tradizione dolciaria italiana”.