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CLARA MOSCHINI

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Grano: produzione stimata in rialzo (+5-10%), nonostante l'alluvione

Secondo i dati di Cai e Coldiretti, il maltempo ha distrutto 200 milioni di potenziali kg di pane

Dal fronte cerealicolo arrivano una notizia cattiva e una buona. I danni dell'alluvione sono stati ingenti anche per quanto riguarda la produzione di pane. In compenso, per il grano si prospetta una buona annata. Entrambi i dati derivano da stime elaborate da Coldiretti e dai Consorzi Agrari d'Italia e presentate oggi a Ferrara in occasione delle “Giornate in Campo 2023”.

Il maltempo che ha flagellato l'Emilia Romagna per buona parte del mese di maggio ha distrutto raccolti di grano tenero equivalenti alla produzione di 200 milioni di kg di pane. Il tutto su una superficie agricola di oltre un milione di ettari coltivati, che rappresenta l'8% della superficie agricola italiana. Su circa 570mila ettari di grano tenero a livello nazionale in Emilia-Romagna si stimano quest’anno 160mila ettari seminati, poco meno del 30% dell’intera superficie nazionale.

L’alluvione è quindi costata all’Emilia Romagna un taglio della produzione tra il 12 e il 15% di grano con i danni concentrati tra Forlì, Cesena, Ravenna e Faenza e in parte nel Bolognese e Riminese.

Fin qui il "lato oscuro della luna". Quello "luminoso" è di livello nazionale ma dovrebbe indurre a un cauto ottimismo, anche alla luce del notevole peso dell'agricoltura emiliano-romagnola su quella dell'intero Paese. In primo luogo, le stime di Cai e Coldiretti indicano che la produzione di grano duro potrebbe superare i 4 milioni di tonnellate.

Per il grano tenero destinato alla panificazione, nonostante i danni per l’alluvione in Emilia-Romagna, il rialzo su scala nazionale potrebbe attestarsi intorno al 10%, mentre per il grano duro per la produzione di pasta l’incremento produttivo non supererà il 5%, anche se molto dipenderà dalle condizioni climatiche incerte.

A risentire comunque delle piogge incessanti delle ultime settimane potrebbero essere le rese, che dovrebbero attestarsi a livelli di un’annata ordinaria con 70 quintali a ettaro per il grano duro e di 80 quintali/ettaro per il tenero al Nord, tra i 50 e i 60 quintali a ettaro al Centro, e intorno ai 30-40 quintali/ettaro al Sud.

I dati sulle superfici coltivate a cereali, fermi a febbraio secondo la rilevazione Istat che non tiene conto delle semine tardive di numerose regioni, vedono il grano tenero attestarsi a poco più di 572mila ettari (+6,2% rispetto allo scorso anno), mentre il grano duro è fermo a quasi 1,22 milioni di ettari (-1,6% rispetto al 2022).

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EFA News - European Food Agency
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