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CLARA MOSCHINI

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Electrolux, ancora in stallo Susegana e Porcia

Incontro tra i sindacati: sul tavolo la ripresa della fabbrica del trevigiano

Electrolux resta sempre più in attesa di conoscere il suo futuro. Al di là delle trattative con i cinesi di Midea o i coreani di Samsung per la cessione del gigante dell'elettrodomestico (vedi EFA News), adesso quel che interessa è guardare cosa succede in casa nostra, in Italia. Ieri a Mestre il coordinamento azienda-sindacati ha affrontato il capitolo investimenti a Susegana (Treviso). 

Sul tavolo dello stabilimento su cui si dice l'azienda voglia ancora puntare (vedi EFA News) ci sono, da almeno un paio di mesi, circa 110 milioni di Euro di investimento che, se viene effettuato, comporta un aumento dei ritmi di lavoro in modo da arrivare a 120 pezzi l'ora, dai 94 definiti nell’accordo del 2019: un'accelerazione della produzione resa necessaria da una maggiore domanda di frigoriferi del mercato europeo.

I coordinatori di Fim Fiom e Uilm hanno posto, ancora una volta, la questione della presunta "vendita" del gruppo. "Questa volta -fanno sapere le Rsu- i manager hanno detto di non essere stati coinvolti da Stoccolma".
Per quanto riguarda le richieste dell’azienda, che sono la condizione per l’investimento nello stabilimento veneto, il fronte sindacale ha elencato alcuni punti nodali: i cadenziatori, prima di tutto, peraltro previsti dall’intesa del 2019, ovvero sistemi che fanno sì che i lavoratori in linea abbiano a disposizione tutti i secondi definiti per svolgere l’attività data, non consentendo indebite accelerazioni.

La seconda richiesta riguarda il mantenimento delle pause collettive: terza richiesta è che l’aumento del gettito produttivo scatti solo quando la nuova linea produttiva sarà stata realizzata. Infine, ultima richiesta: aumento del gettito sì, ma solo a fronte di volumi in crescita, per evitare che un incremento della produttività paradossalmente possa generare anche un aumento del ricorso alla cassa integrazione.

Prima del coordinamento di Mestre, la Uilm aveva riunito ieri mattina i delegati per definire la posizione da tenere al tavolo e le richieste all’azienda che, spiega Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm, "deve fare chiarezza almeno sulle proprie intenzioni, rispetto ai rumors di vendita. Più in generale -aggiunge il sindacalista- è necessario che il Paese definisca se l’elettrodomestico è, e noi riteniamo lo sia, un settore strategico. Io credo che sindacato e governo abbiano la capacità di discutere dell’interesse nazionale". In riferimento a questo, Fim Fiom e Uilm rinnoveranno la richiesta di attivazione del tavolo di settore.

Ieri a Mestre si è solo accennato all'altro stabilimento, quello di Porcia (Pordenone) rinviando l’approfondimento all’appuntamento del 6 giugno. Quella di Porcia è, tra le fabbriche del gruppo, quella che sta scontando in maniera più pesante il calo della domanda di elettrodomestici che, riferisce l’azienda, sta interessando tutte le tipologie di prodotto e anche le fasce medio-basse del mercato in Europa.

Un trend che non dovrebbe modificarsi nell’immediato, se è vero che Electrolux stima di proseguire con la riduzione di orario (da 8 a 6 ore al giorno con le due ore di differenza coperte dalla cassa integrazione) oltre il mese di giugno e fino a metà luglio. Per una ripresa dei volumi, che a Porcia sono ben al di sotto dei 750 mila pezzi che erano l’obiettivo di budget per l’anno in corso, occorrerà attendere l’autunno.

fc - 31893

EFA News - European Food Agency
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