Italia leader nel bio, settore in crescita (+12%)
In calo però ristoranti (-14%) e negozi (-9%), secondo il Rapporto Bio Bank 2022 /Allegato
Il nostro Paese è al primo posto in Europa per export e per numero di aziende di trasformazione, più di 22mila su oltre 84mila.
Come illustra il Rapporto Bio Bank 2022 appena pubblicato, il valore complessivo del mercato bio italiano è salito a 8,4 miliardi di euro nel 2022 (+12% sul 2021, +134% in dieci anni), dato davvero positivo in tempi complicati. Ma segnano il passo i consumi domestici a quota 3,9 miliardi di euro, appena l’1,8% in più sul 2021 (+95% sul 2013), con l’inflazione all’8,1%. In netta ripresa invece i consumi fuori casa, pari a 1,1 miliardi di euro (+53% sul 2021, +258% sul 2013), e in crescita continua l’export, che raggiunge 3,4 miliardi di euro (+16% sul 2021, +168% sul 2013), secondo i dati Nomisma per Osservatorio Sana.
Secondo i dati Fibl-Ifoam, riferiti invece al 2020, il mercato dell’agroalimentare biologico ha raggiunto 121 miliardi di euro a livello globale (+13% sul 2019, +151% in dieci anni) e 52 miliardi di euro in Europa (+16 sul 2019, +144% sul 2011). Incrementi ancora a due cifre sul 2019, per effetto della pandemia che ha spinto i consumi salutisti. Ma la pressione delle molte crisi consecutive e correlate degli anni successivi sta rallentando la crescita del biologico, tanto che Germania e Francia, in testa da sempre per i consumi interni, devono fare i conti con una domanda in contrazione. Confermato il ruolo trainante del nostro Paese. Su 48 Paesi europei l’Italia è al primo posto per export e per numero di aziende di trasformazione, più di 22mila su oltre 84mila, una su quattro. È poi di nuovo al primo posto per numero di produttori agricoli, al terzo per vendite al dettaglio e superfici agricole, al quinto per quota delle superfici bio sulla Sau totale. Quota che era al 16,6% nel 2020, mentre nel 2021 è salita al 17,4%, contro una media del 9,6% nell’Unione Europea.
Cuore del Rapporto i dati Bio Bank su oltre 3.600 attività bio censite nel 2021, delineate attraverso commenti, analisi e un ricco set di informazioni: negozi, e-commerce alimenti, ristoranti, aziende cosmesi, profumerie, e-commerce cosmesi. Per la prima volta sono in lieve calo i numeri di cinque tipologie di attività su sei rispetto all’anno precedente, con decrementi dal 3 al 6%. Unica eccezione gli e-commerce di alimenti bio (+13%). Negli ultimi cinque anni si conferma invece la crescita a due cifre, con incrementi dal 27 all’80% nel numero di attività, salvo due segni meno per negozi (-14%) e ristoranti (-9%). I negozi calano per la concentrazione delle catene con il passaggio d’insegna da Cuorebio a NaturaSì, la concorrenza di supermercati e discount, l’aumento dei costi e l’inflazione. I ristoranti calano per le chiusure forzate e le varie misure restrittive a causa del Covid. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano regioni leader per numero assoluto di attività bio, mentre Marche, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna sono in testa per densità di attività. Tra le regioni leader spicca il ruolo chiave dell’Emilia-Romagna, l’unica presente in entrambe le classifiche.
EFA News - European Food Agency