Carlsberg lascia la Russia ma non dice a chi vende l'attività
Operazione top secret per il birrificio danese che conferma comunque di aver firmato l'intesa
Carlsberg accetta di vendere le attività in Russia ma non rivela chi è l'acquirente. Il produttore di birra danese ha appena dichiarato di aver firmato un accordo per la vendita delle sue attività in Russia, ma non ha fatto il nome dell'acquirente né fatto cenno al prezzo concordato per la transazione, che è soggetta a un'ampia revisione normativa da parte di Mosca. Carlsberg, considerato il produttore di birra occidentale più esposto nei confronti della Russia, ha dichiarato l'anno scorso di aspettarsi una svalutazione di circa 9,9 miliardi di corone danesi (pari a oltre 1,32 miliardi di Euro) dalla vendita dell'attività, decisa in conseguenza dell'invasione Ucraina.
"La separazione dell'attività russa dal resto del Gruppo Carlsberg -sottolinea l'azienda in un comunicato- è stata molto complessa e ha incluso più di 150 milioni di corone danesi (pari a oltrer 20 milioni di Euro) di investimenti in attrezzature per la produzione di birra e infrastrutture IT nei mercati al di fuori della Russia".
"La transazione -specifica l'azienda nella nota- è soggetta a un ampio processo di approvazione normativa in Russia. Ciò include la presentazione di domande alla Commissione governativa russa per ottenere il suo via-libera, che sono obbligatorie secondo la legge russa. Inoltre, la transazione è soggetta a diverse condizioni consuete, tra cui l'approvazione normativa e il soddisfacimento di determinate condizioni in diverse giurisdizioni.
Di conseguenza, i tempi per il completamento definitivo della transazione rimangono incerti".
Secondo l'azienda danese, comunque, l'accordo di vendita non avrà alcun impatto sulle aspettative di guadagno di Carlsberg per il 2023. "La firma di un accordo per la vendita delle attività russe è una pietra miliare molto importante nel complesso processo di separazione e vendita -sottolinea Cees 't Hart, ceo di Carlsberg-. È stato un processo lungo, ma per noi è stato importante raggiungere la migliore soluzione possibile per tutte le parti interessate, compresi i nostri oltre 8.000 dipendenti in Russia".
A marzo scorso ll'industria aveva dichiarato che si aspettava di annunciare la vendita delle attività russe entro giugno, e disse anche che stava cercando un'opzione per riacquistare le attività russe in futuro. "Non è certo se otterranno l'approvazione e, se la otterranno, è difficile sapere quando, perché le autorità russe sono difficili da prevedere", o gli analisti.
Nel 2021 il produttore di birra ha generato il 10% dei suoi ricavi in Russia, prima di escludere il Paese dal mercato dell'Europa centrale e orientale nel 2022.
EFA News - European Food Agency