Unaitalia /2. Tutti concordi contro il fanatismo ambientalista
De Castro e De Carlo a difesa del settore avicolo, soffocato dalle ecoburocrazie Ue
Il settore avicolo va difeso da critiche e pregiudizi che arrivano dalla lobby ecologista. Il tema è stato affrontato nel corso dell'assemblea annuale di Unitalia, l'associazione che riunisce i produttori avicoli. Per l'occasione il presidente di Unatalia Antonio Forlini ha detto: "Basta ad attacchi ideologici e ad un ambientalismo e animalismo che nasconde interessi economici molto rilevanti".
Al tempo stesso Forlini ha elogiato "i primi provvedimenti dell’attuale maggioranza, come il segnale politico sulla carne prodotta in laboratorio, la svolta impressa sul tema delle Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea) che potrebbe ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime per mangimi", senza trascurare il disegno di legge sul “meat sounding”.
Al governo, ora, Unaitalia chiede di "proteggere in Europa un asset strategico del nostro made in Italy con meccanismi di vera reciprocità rispetto alle importazioni extra-U2, la difesa della sicurezza alimentare per i nostri consumatori, periodi di adeguamento alle nuove regole congrui e ben sostenuti”.
Forlini ha anche sottolineato la necessità di "procedere spediti sulla strada delle riforme, con l’attuazione efficace del Pnrr e con alcuni strumenti come i contratti di filiera, l’agrivoltaico e la transizione digitale. Occorre rendere l’Italia un paese più competitivo - ha aggiunto il presidente di Unaitalia - con l’auspicata riduzione del cuneo fiscale e con interventi pro-consumi erosi dall’inflazione, come la riduzione dell’Iva al 4% che garantirebbe a tutti l’accesso a carni bianche e uova, le proteine più democratiche sul carrello della spesa”.
Il clima di cappa ideologico-ambientalista, che aleggia in modo particolare su Bruxelles, è stato sottolineato anche dall'eurodeputato Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura all'Europarlamento, che ha parlato di una forte "pressione" delle lobby "sull'opinione pubblica, tutti contro la Pac e l'agricoltura", che si sta sostanziando con una raffica di nuovi regolamenti (entro fine anno potrebbero esserne stati presentati 7 o 8), tutti "difficili da digerire".
Gli attacchi, ha denunciato De Castro, continuano imperterriti, sebbene l'Italia sia "il paese che ha maggiormente ridotto del 30% l'uso dei principi attivi chimici e dobbiamo raccontarlo, perché secondo la commissione l'Italia dovrebbe ridurre del 62% i principi chimici entro 2030, ma qualcosa non va, anche paragonare il settore zootecnico alle emissioni industriali non regge". L'eurodeputato si è detto comunque "fiducioso" sulla possibilità che la prossima plenaria a Strasburgo (11-14 luglio) possa escludere gli allevamenti bovini dalla direttiva emissioni, così come votato dalla Commissione Agricoltura (leggi notizia EFA News).
Dopo gli interventi di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, e di Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, che hanno attaccato il cibo sintetico e difeso le tecnologie di evoluzione assistita, considerate un'opportunità anche per il settore zootecnico e avicolo, è stato letto il messaggio di Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute. "Il settore avicolo è decisamente un fiore all’occhiello del Made in Italy e dell’export nazionale per la sua capacità di totale autosufficienza, voglio quindi ringraziare - dichiara Gemmato - il mondo produttivo perché insieme alle istituzioni si spende per difenderlo, applicando il massimo rigore nel rispetto delle norme di igiene alimentare e di contenimento di possibili patogenicità”.
Nel suo intervento conclusivo, il presidente della Commissione Agricoltura al Senato Luca De Carlo, ha ricordato che "non è vero che la colpa del cambiamento climatico è dell'agricoltura", la quale, al contrario, ha il merito di immagazzinare la Co2 nel suolo. E' necessario, dunque, un cambio di approccio, all'insegna della "scienza" ma anche del "buon senso" e il disegno di legge sulle Tea va in questa direzione, tanto è vero che, ha sottolineato De Carlo, anche gli agricoltori spagnoli e francesi ora guardano con speranza a questa possibilità. Nel segno di "ideologie fuorvianti" sono invece leggi come quella che impongono una quota di almeno il 25% di agricoltura biologica entro il 2030, quando il principio, ha concluso il senatore, dovrebbe essere quello di "difendere la salute dei cittadini da un lato, il sistema agroalimentare dall’altro".
EFA News - European Food Agency