Dettaglio /2. Caro prezzi preoccupa Coldiretti e Federdistribuzione
Nonostante il rallentamento dell'inflazione, ancora in difficoltà famiglie e imprese
Il caro prezzi taglia del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani che sono però stati costretti però a spendere quasi 4 miliardi in più per mangiare a causa dei rincari determinati dall’inflazione. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a maggio (leggi notizia EFA News) che nei primi cinque mesi del 2023 fa registrare un aumento del 7,3% della spesa alimentare con un taglio degli acquisti in quantità del 4,7%.
"La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – sottolinea una nota di Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,5% nei primi cinque mesi nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Le famiglie – prosegue la nota – tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti".
"La situazione di difficoltà si estende alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori. Occorre lavorare – conclude la Coldiretti – per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni".
Da parte sua, il presidente di Federdistribuzione Carlo Alberto Buttarelli denuncia i "segnali di debolezza" fatti registrare dall'andamento dei consumi. “Anche se l’andamento del dato inflattivo sta rallentando, i consumi restano deboli sia nel comparto alimentare, dove registriamo una contrazione a volume di circa -4% su base annua, sia nel settore del non alimentare. In particolare - prosegue il presidente di Federdistribuzione - le categorie di prodotto legate all’abbigliamento hanno subito gli effetti negativi dell’andamento meteorologico e dell’arrivo in forte ritardo della stagione estiva".
"L’avvio dei saldi in questi giorni, che al momento non indica particolari inversioni di tendenza, rappresenta quindi un appuntamento importante per molte imprese e sarà una cartina di tornasole per valutare l’andamento dei consumi futuri. Permane comunque una prospettiva di incertezza - conclude Buttarelli - alla quale occorre dare risposta attraverso iniziative di sostegno alle famiglie e alle imprese, con l’obiettivo di favorire la ripresa della domanda interna”.
EFA News - European Food Agency