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CLARA MOSCHINI

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Ripristino natura/2. Per l'agroalimentare italiano è una mezza vittoria

Filiera Italia e Coldiretti mettono in luce il compromesso raggiunto all'Europarlamento

La bozza negoziale della legge europea sul ripristino della natura è passata all'Europarlamento (leggi notizia EFA News) ma l'associazionismo agroalimentare italiano non è listato a lutto. “Alla fine, tramite emendamenti sono stati apportati notevoli miglioramenti sui punti più critici da noi sin dall’inizio segnalati nella proposta di regolamento per il ripristino della natura”, sottolinea l'amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.

"Rimane un parlamento di fatto spaccato in due", aggiunge Scordamaglia con riferimento alla maggioranza non troppo schiacciante con cui è stata promossa la proposta (il rigetto non è passato con 336 voti favorevoli alla proposta, 300 voti contrari e 13 astenuti): ciò "porterà al trilogo una posizione di Timmermans fortemente indebolita e che suggerisce un’urgente necessità di ripensare complessivamente la proposta”.

Nonostante il "mancato rigetto", che sarebbe stata "la scelta più razionale", osserva Scordamaglia, è passata "la linea da noi fortemente sostenuta di tutela della produzione agroalimentare attraverso emendamenti che prevedono l’esclusione degli ecosistemi agricoli dal campo di applicazione della legge, l’eliminazione dell’obiettivo di riduzione del 10% della superficie agricola produttiva, la richiesta di utilizzare fondi esterni alla Pac e alla politica della pesca per la copertura dei deficit di finanziamento e il riferimento diretto alle clausole specchio ed alla reciprocità verso Paesi terzi”.

Da parte sua, anche il presidente di Coldiretti Ettore Prandini esprime "soddisfazione per l’approvazione degli emendamenti che prevedono anche l'eliminazione dell'obiettivo di riduzione del 10% della superficie agricola produttiva, avanzano la richiesta di utilizzare fondi esterni alla Politica agricola Comune (Pac) e introducono il riferimento al rispetto de principio di reciprocità per i prodotti importati".

Tale mediazione rappresenta la "conferma dei numerosi dubbi posti da diversi Paesi e molti eurodeputati, ai quali va il ringraziamento della Coldiretti, su una proposta che, così come formulata dalla Commissione – spiega Prandini - andrebbe a penalizzare il settore agricolo portando una pesante riduzione del potenziale produttivo, con un conseguente e significativo aumento delle importazioni di prodotti dannosi per il consumatore e per l’ambiente da Paesi terzi".

Sottolineando lo scenario di un Europarlamento "spaccato in due", Coldiretti ribadisce: "La tutela dell’ambiente e la perdita di biodiversità si combatte non con posizioni ideologiche, togliendo terreni produttivi dalla disponibilità degli agricoltori, o vietando interventi su decine di migliaia di km di percorsi fluviali (con gli effetti drammatici che ne derivano) ma piuttosto favorendo lo sviluppo della multifunzionalità ed opponendosi all’omologazione ed alla standardizzazione delle produzioni".

lml - 32909

EFA News - European Food Agency
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