Veneto: per evitare il caldo, si lavora di notte o all'alba
Sottoscritto protocollo tra associazioni datoriali e sindacali Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Cgil, Cisl e Uil di Verona
Anche in Veneto, gli agricoltori saranno tutelati durante le ore più calde. I braccianti lavoreranno da poco prima delle 6 o dopo le 22 e tutti saranno forniti di un kit con cappello di paglia a tesa larga e borraccia. La soluzione è stata resa possibile grazie al protocollo tra le associazioni datoriali e sindacali Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Cgil, Cisl e Uil di Verona.
La scelta è stata resa obbligata dalle temperature altissime (massime di 35°C e oltre) e dall'altrettanto copiosa umidità, che rende le temperature percepite intorno ai 45°C. Le cronache riferiscono di frequenti casi di malori, svenimenti, colpi di calore e disidratazione. L’ente bilaterale Agribi della Provincia di Verona sta ora spiegando ad aziende e braccianti cosa fare per limitare i rischi.
La flessibilità organizzativa, dunque, esonera i lavoratori dal recarsi nei campi tra le 12 e le 17. Da parte sua, il Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro (Spisal) di Verona ha stilato un vademecum che prevede anche di garantire zone ombreggiate, aree di ristoro, pause, e l’assunzione costante di acqua fresca.
Una gestione concertata e in gran parte "privatistica" del lavoro agricolo nelle ore calde, laddove regioni come la Basilicata o la Calabria hanno preferito intervenire con apposite ordinanze presidenziali.
EFA News - European Food Agency