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CLARA MOSCHINI

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Meat sounding. Assica: "Bene ok del Senato ma si faccia presto sulla Psa"

D'Angeli: "Servono investimenti per almeno 50 mln euro per la prevenzione della malattia"

Nella serata di ieri l'aula del Senato ha approvato il testo del Ddl 651 presentato dal Governo in materia di divieti riguardanti la carne e i mangimi c.d. sintetici (leggi notizia EFA News). All'interno di tale provvedimento, con un emendamento a prima firma del vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, è stata inserita anche una previsione che mira a tutelare i cibi a base di carne dall'odioso fenomeno del meat sounding. Si tratta di quella pratica decisamente diffusa per cui prodotti a base vegetale vengono posti in vendita con nomi che richiamano o citano espressamente prodotti a base di carne: pollo veg, bistecca alla fiorentina vegan, vegan mortadella sono solo alcuni esempi di questa anomala prassi di mercato.

"E' bene che il Senato abbia approvato tale norma che vieta l'uso di nomi carnei sui prodotti che la carne non la contengono - commenta Pietro D'Angeli, presidente di Assica (foto) -. Si tratta di una battaglia culturale e di buon senso per la corretta concorrenza tra operatori del settore alimentare. E poi, personalmente, non ho mai capito perché i prodotti 'plant based' che ci tengono tanto a distinguersi dalla carne per dieta, valori nutrizionali, persino impatto ambientale, finiscano sempre per proporsi al pubblico con i nomi dei prodotti da cui prendono le distanze”.

Il provvedimento approvato dal Senato passa ora alla Camera dei deputati dove dovrà affrontare un ulteriore dibattito e approfondimento da parte delle Commissioni e dell'aula, prima di concludere il suo iter. "Quando la norma vedrà definitivamente la luce torneremo immediatamente in Europa per chiedere che anche l'Unione Europea si doti di una disciplina sulla materia, in maniera analoga a quanto già avvenuto per il settore del latte”, ha proseguito D'Angeli.

“Le norme sul food devono essere comuni in tutto il mercato unico. Non si tratta di una guerra ai prodotti plant based - spiega il presidente di Assica - ma di una battaglia a difesa di una filiera di cui gli stessi che cercano di evidenziarne i limiti da un lato, dall'altro tentano però di accaparrarsene i pregi, evocando nel consumatore l'insostituibile apporto nutrizionale, la tradizionalità cultural gastronomica e la professionalità peculiare di un settore dalla storia secolare, appunto quello della lavorazione delle carni". Il settore delle carni suine in particolare vive da ormai quasi due anni una situazione di particolare affanno, non solo per le congiunture economiche, ma anche per la ricomparsa tra i cinghiali selvatici sul territorio continentale della Psa, malattia innocua per l'uomo, ma incurabile per gli animali.

"Occorre fare presto nell'eradicazione della Psa, altrimenti le produzioni che questa norma vuole giustamente tutelare finiranno per essere irrimediabilmente compromesse. Servono investimenti urgenti per almeno 50 milioni di euro per la posa in opera di sistemi di prevenzione e per la riduzione in misura decisa e sensibile della fauna selvatica. Al ministro Schillaci, al ministro Lollobrigida e alla presidente Meloni chiediamo di accelerare responsabilmente nella direzione intrapresa per l'eradicazione." Così D'Angeli richiama l'attenzione di governo e parlamento su un tema che diviene ogni giorno più pressante ed espone la filiera al rischio di blocco totale da un lato e di compromissione della capacità produttiva dall'altro.

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EFA News - European Food Agency
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