Bud Light sempre più nella bufera
Il governatore della Florida si schiera contro AB InBev e la sua "ideologia radicale"
Continua la polemica sul marchio Bud Light di AB InBev. Il governatore della Florida Ron DeSantis ha chiesto alla Sba, la Small business administration, l'agenzia governativa degli Stati Uniti che fornisce supporto a imprenditori e piccole imprese, di "avviare una revisione" delle sue partecipazioni nella società madre.
Dal 1° aprile il marchio Bud Light è stato oggetto di critiche negli Stati Uniti dopo aver stretto una partnership minore con l'influencer transgender Dylan Mulvaney, che ha promosso il marchio di birra in un video sul social media Instagram: una sponsorizzazione che ha provocato la richiesta di boicottaggio della Bud Light da parte dei conservatori (vedi EFA News).
Nella lettera inviata il 20 luglio, DeSantis ha scritto che AB InBev ha "violato i doveri legali dovuti ai suoi azionisti" quando ha deciso di associarsi a "ideologie sociali radicali. Dobbiamo gestire con prudenza -aggiunge il governatore nella missiva- i fondi degli agenti delle forze dell'ordine, degli insegnanti, dei vigili del fuoco e dei primi soccorritori della Florida che lavorano duramente, in modo da concentrarci sulla crescita dei rendimenti e non sovvenzionare un'agenda ideologica attraverso il virtuosismo di turno".
A maggio scorso, l'amministratore delegato di AB InBev, Michel Doukeris, ha dichiarato che il volume di Bud Light era diminuito negli Stati Uniti durante le prime tre settimane di aprile, rappresentando circa l'1% dei volumi globali complessivi per quel periodo (vedi EFA News).
Adesso DeSantis chiede che la Sba, la Small business administration, "avvii immediatamente una revisione" per esaminare "come la condotta di AB InBev abbia avuto e continui ad avere un impatto sul valore delle partecipazioni AB InBev".
Il 29 giugno Mulvaney ha postato un video su TikTok in cui afferma che Bud Light non l'ha mai contattata, mentre si è trovata a fronteggiare l'odio online dopo la promozione dell'azienda. Nel video l'artista ha affermato che "per un'azienda assumere una persona trans e poi non sostenerla pubblicamente è peggio che non assumere affatto una persona trans, perché dà ai clienti il permesso di essere transfobici e odiosi quanto vogliono".
Numerose pubblicazioni hanno riferito che il 13 aprile la fabbrica di Budweiser di Anheuser-Busch (interamente di proprietà di AB InBev) a Van Nuys, Los Angeles, è stata oggetto di un allarme bomba. Il 14 aprile, Brendan Whitworth, amministratore delegato di Anheuser-Busch, ha espresso le intenzioni dell'azienda. "Non abbiamo mai avuto intenzione di partecipare a una discussione che divide le persone -ha dichiarato-. Il nostro scopo è quello di riunire le persone davanti a una birra. Tengo profondamente a questo Paese, a questa azienda, ai nostri marchi e ai nostri partner. Andando avanti, continuerò a lavorare instancabilmente per portare grandi birre ai consumatori di tutta la nostra nazione".
Per dire del clima che si è creato con questo affaire, alcuni giorni dopo la pubblicazione del video di Mulvaney, il musicista Kid Rock sarebbe stato tra le prime celebrità a reagire, in un video che lo vedeva sparare a una pila di casse di Bud Light. Il musicista Travis Tritt ha scritto su un post sui social media: "Eliminerò tutti i prodotti Anheuser-Busch dal mio tour hospitality rider. Conosco molti altri artisti che stanno facendo lo stesso".
EFA News - European Food Agency