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CLARA MOSCHINI

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Moldova: Ue dispone liberalizzazione degli scambi commerciali

La misura viene adottata proprio nel momento in cui 5 Paesi non accettano prodotti agricoli ucraini

Con il Regolamento Ue 2023/1524 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 luglio 2023, sono state introdotte delle misure di liberalizzazione temporanea degli scambi, ad integrazione delle concessioni commerciali già previste dall’accordo di associazione che regola le relazioni tra Ue e la Repubblica di Moldova.

Con tali misure l’Unione vuole fornire, in via temporanea, un adeguato sostegno economico e finanziario a beneficio della Moldova e degli operatori economici interessati. Le misure succitate saranno in vigore per un anno esatto (25 luglio 2023 - 24 luglio 2024) e consistono nella concessione di una serie di regimi preferenziali che si applicano subordinatamente al rispetto, da parte della Moldova, di tutte le condizioni richieste per la concessione dei benefici stabiliti dal Regolamento.

Tra i punti più rilevanti del regolamento spiccano: 1) la sospensione di tutti i contingenti tariffari di cui all’allegato XV-A dell’Accordo e dei dazi all’importazione per i prodotti ortofrutticoli oggetto di tali contingenti; 2) la sospensione dell’applicazione del regime dei prezzi di entrata per i prodotti ortofrutticoli di cui all’allegato XV-B dell’Accordo e dei dazi all’importazione di tali prodotti.

Come previsto dal Regolamento succitato, "la Commissione può sospendere, di propria iniziativa, oppure su richiesta di uno Stato membro, le misure di cui sopra nel caso in cui l’Ucraina non rispetti le condizioni per il diritto alle misure di liberalizzazione degli scambi".

E' significativo che la misura in vigore da ieri abbia avuto una risonanza mediatica e istituzionale pressoché nulla, proprio in un momento in cui il dibattito sulla libera circolazione delle merci provenienti dall'Ucraina è più che mai all'ordine del giorno. Ci riferiamo, in modo particolare, al divieto di importazione dei cereali ucraini (leggi notizia EFA News), voluto da Polonia, Slovacchia, Romania, Ungheria e Bulgaria, concordato con l'Unione Europea e vigente. Un silenzio assordante di governi, aziende e associazioni di categoria che suscita forti interrogativi.

lml - 33269

EFA News - European Food Agency
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