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CLARA MOSCHINI

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Trentino, oltre 7 mila lavoratori per raccolta mele e vendemmia

Il Decreto Flussi incentiva l'arrivo in zona di manodopera: il 60% proviene dalla Romania

È scattato il conto alla rovescia per la raccolta delle mele e per la vendemmia. Due momenti particolarmente attesi in alcune zone del nord Italia come quelle trentine di Valsugana e Arco dove le operazioni sono già iniziate. Il picco, nei luoghi più "caldi", come ad esempio la Val di Non, è atteso entro le prossime due settimane. 

In tutte le zone viene richbiesta una grande quantità di manovalanza, dinamica sottolineata anche da Coldiretti: in una nota ufficiale, l'associazione ha ribadito l'assenso al recente Dpcm (Decreto Flussi) pubblicato in Gazzetta Ufficiale che ha liberato l'ingresso in Italia di un totale di 40 mila lavoratori stranieri, interamente impegnati nel lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero (vedi EFA News).

Un fatto non di poco conto per certe zone come quelle del Trentino che vivono questo periodo particolarmente importante per mele e vendemmie. Andando nel dettaglio di quanta manodopera arriverà sul territorio, è la Coldiretti del Trentino-Alto Adige a fornire i dati: i raccoglitori di mele e uva saranno in totale 7.150, dei quali 2.400 italiani e tutti gli altri, quindi circa il 65% (ovvero 4.750 persone), di origine straniera.

Da evidenziare come ben il 60% di questi ultimi provenga dalla Romania, per un totale di 2.919 raccoglitori, mentre gli extracomunitari "generici" sono in tutto 1.513. Altro dato importante su cui porre l'attenzione riguarda le richieste di manovalanza "extra": quest'anno infatti sono state ben 460, delle quali 90 riguardano persone che andranno proprio a svolgere il ruolo di raccoglitori.

"In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere -spiega il presidente della Coldiretti del Trentino-Alto Adige, Gianluca Barbacovi riportato dal quotidiano l'Adige-. Sono 358 mila i lavoratori regolari provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle, fornendo più del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. I lavoratori stranieri occupati in agricoltura sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po' tutte le nazionalità. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall'estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale, per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali, oltre che di amicizia, con gli imprenditori agricoli".

Barbacovi ha inoltre posto l'attenzione sulla situazione generale delle lavorazioni agricole, chiarendo come fino a questo momento l'annata, in Trentino, stia andando abbastanza bene nonostante il meteo avverso. "Qualche episodio di grandine c'è stato e dove si è verificato, come nella piana rotaliana, in Valsugana o Val di Non, ha fatto danni -sottolinea il numero uno di Coldiretti Trentino-. Per il momento, però, quest'anno siamo tranquilli. Complessivamente, nell'arco dei dodici mesi, sono tra 22 mila e 25 mila le persone che sono arrivate in Trentino per lavorazioni agricole: il clou, per queste raccolte, lo raggiungeremo tra il 10 ed il 15 settembre".

"Qualche migliaio -aggiunge- provengono da fuori Europa, ma stiamo notando un aumento anche degli autoctoni: la reintroduzione dei buoni lavoro, gli ex voucher, sta spingendo giovani fino ai 25 anni, pensionati e persone in disoccupazione a lavorare nel nostro settore. Erano anni che chiedevano il ritorno di questi buoni e già con ciliegie e piccoli frutti, nei mesi scorsi, abbiamo visto un aumento delle presenze".

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EFA News - European Food Agency
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