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CLARA MOSCHINI

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Terrepadane batte Coldiretti: no al commissariamento (per ora)

Il Tar sospende il provvedimento del Mimit: congelato l’arrivo del commissario Francesco Cappello

Nessun commissariamento ministeriale a palazzo dell’Agricoltura di Piacenza per quanto riguarda il consorzio agrario Terrepadane. Il Tar di Parma ha confermato, nell’udienza di due giorni fa, ha deciso di “sospendere l’efficacia del provvedimento del ministero del 2 agosto scorso” con cui si disponeva il commissariamento di Terrepadane. Resta congelato, quindi, l’arrivo del commissario ad acta Francesco Cappello, come invece aveva stabilito il decreto del Mimit, il ministero delle Imprese e del made in Italy.

La sospensione all’attuazione del provvedimento del Mimit è stata confermata nell’udienza tenuta ieri mattina: questo fino al 22 novembre, giorno in cui i giudici del Tribunale amministrativo regionale si riuniranno per decidere nel merito sulla legittimità del decreto di commissariamento emanato dal dicastero di via Veneto il 4 agosto scorso a carico di Terrepadane, società cooperativa cui fanno capo i Consorzi agrari di Piacenza, Milano, Pavia e Lodi.

Tutto rinviato dunque di quasi 90 giorni, periodo in cui il consiglio di amministrazione presieduto da Marco Crotti sarà in carica con pieni poteri, come stabilito dalle elezioni del 4 luglio 2023, quando il cda uscente è stato confermato con il voto di 700 soci, pari al circa il 53% del capitale sociale di Terrepadane.

Il consorzio vanta un fatturato superiore a 250 milioni di Euro, oltre a notevoli asset immobiliari: la maggioranza dei suoi soci non ne vuol sapere di entrare in Consorzi Agrari d’Italia, come invece vorrebbero i vertici di Coldiretti. Un braccio di ferro all’origine dell’aspra battaglia legale in corso da oltre due anni.

La conferma della sospensiva, anche se con la dovuta prudenza, a tutti gli effetti si può considerare un altro punto a favore del cda insediato a palazzo dell’Agricoltura: un atto del Tar che, per il momento, ne rafforza di fatto la posizione anche sul piano giuridico-amministrativo nella battaglia legale in corso contro i soci di minoranza che fanno riferimento a Coldiretti.

La decisione appare ancora interlocutoria, vista anche la grande mole di documenti, deduzioni controdeduzioni che i giudici hanno dovuto esaminare: per questo l’udienza che dovrebbe essere decisiva per stabilire se il commissariamento deciso dal ministero sia legittimo o illegittimo è stata fissata per il prossimo 22 novembre. Ennesimo atto di una battaglia per il controllo di Terrepadane e il suo ingresso o meno in Consorzi agrari d’Italia che si combatte ormai dal 19 maggio 2021.

Il commissario nominato, ossia il commercialista 52enne Francesco Cappello, era già stato "congelato" dallo stesso Tar subito dopo la nomina: il tribunale, infatti, aveva accolto l'istanza urgente presentata da Terrepadane riservandosi poi di discutere il caso nell'udienza svoltasi appunto ieri. VBerdetto molto atteso in quanto il Tar dopo la semplice sospensiva avrebbe anche potuto decidere di rigettare il ricorso di Terrepadane, dando quindi il via libera al commissario nominato ad acta dal ministero per 75 giorni con la missione di far ripetere le contestate elezioni del 19 maggio 2021 che avevano portato alla vittoria la lista guidata da Crotti. Una vittoria subirto contestata per l'esclusione, a norma di statuto secondo Terrepadane, di circva 400 voti espressi per procura. Da qui la battaglia legale che oppone Terrepadane alla lista uscita sconfitta legata a Coldiretti. 

Dopo queste elezioni del 2021, il ministero aveva ordinato due ispezioni a Terrepadane: la prima si era conclusa con il verdetto che tutto era stato regolare. La seconda, durata più di un anno, aveva invece raccomandato di far ripetere le elezioni pena, appunto, il commissariamento. A quel punto, Terrepadane aveva conviocato nuovamente le elezioni il 4 luglio scorso proprio con l'intendo di sanare questo vulnus. Ma ciò è avvenuto fuori tempo massimo, almeno stando aquanto ritenuto dal Mimit che ha deciso per il commissariamento. 

L'intera vicenda ha come sfondo il progetto di Cai, Consorzi agrari d'Italia, sostenuto da Bonifiche Ferraresi, di costruire un grande polo agricolo-finanziario, aggregando i principali consorzi agrari del Nord e Centro Italia. Il progetto, con l'appoggio di Coldiretti, ha portato a creare un colosso da oltre un miliardo di Euro di ricavi di cui fanno parte Bonifiche Ferraresi S.p.a.,Consorzio dell'Emilia, Consorzio del Tirreno, Consorzio centro Sud, Consorzio Adriatico e Consorzio agrario del Nordest. In questo processo di espansione, Terrepadane si è trovata coinvolta quando è avvenuta una spaccatura tra i soci: in pratica, tra chi era favorevole a entrare nel Cai (cordata vicino a Coldiretti) e chi invece voleva mantenere l'autonomia (cordata Crotti). 

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