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CLARA MOSCHINI

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Erba medica /2: preoccupazione per la campagna sementiera

Il Comitato tecnico-economico teme una riduzione sia sul piano quantitativo, sia qualitativo

Il Comitato tecnico-economico che opera nell’ambito dell’accordo quadro interprofessionale delle sementi foraggere, riunitosi a Bologna, esprime forti preoccupazioni per la produzione di seme di erba medica per la campagna in corso.

La componente agricola del Comitato ha segnalato che per il 2023 è attesa una significativa riduzione della semente disponibile di erba medica, sia in termini quantitativi sia sotto l’aspetto qualitativo. In seguito al verificarsi di una serie di inattesi eventi ambientali avversi (piogge che hanno provocato un grave ritardo in occasione del primo taglio, alluvioni di maggio in zone di elezione della coltura, caldo eccessivo in fase di allegagione e maturazione, presenza elevata di malerbe – cuscuta – e attacchi di insetti – cavallette – che in alcuni areali di produzione si sono dimostrati particolarmente dannosi) ci si attende una produzione fortemente ridimensionata rispetto alle ultime annate. 

“Non è remoto ipotizzare una produzione pari a un terzo di quella delle ultime campagne, con un livello qualitativo altamente compromesso per l’elevata presenza di cuscuta” – ha sottolineato Alessandro Lualdi, presidente del Coams, il Consorzio degli Agricoltori Moltiplicatori Sementieri e Coordinatore del Comitato Interprofessionale Sementi di Foraggere –. “Gli agricoltori dovranno fare i conti con produzioni unitarie scarsissime, ma sono anche chiamati a mettere in campo azioni per migliorare la qualità: diverse aziende hanno attivato sistemi per garantire una prima parziale pulitura delle proprie produzioni, con l’obiettivo di riuscire a rendere più appetibile il prodotto per l’industria sementiera”. 

“Oltre alle basse produzioni, a destare forti preoccupazioni è la qualità del prodotto che riusciremo ad avere in questa campagna – hanno aggiunto Alessandro Ferri, presidente del Gruppo Sementi Foraggere di Assosementi, e Fabio Benini, rappresentante di Asseme, le due associazioni di categoria che rappresentano il mondo sementiero -. La presenza di cuscuta, che nella maggior parte delle produzioni si attesta ben oltre il 10%, rappresenta un problema per selezionare un seme accettabile da un mercato che richiede ‘assenza di cuscuta’. Ci aspettiamo un significativo aumento dei costi di lavorazione, con il quale dovremo fare i conti per riuscire a competere con le produzioni estere. In un anno straordinariamente negativo, con produzioni che dalle prime verifiche evidenziano scarti di lavorazione che superano il 35-40%, sarebbe opportuno ragionare in fase di definizione del prezzo soltanto sul prodotto pulito, valorizzandolo adeguatamente, e superare certi retaggi del passato che oggi non hanno più ragione di essere”. 

“A oggi, con le ultime trebbiature ancora in corso, non vi sono i presupposti per fare previsioni sui prezzi che riusciremo a definire per la campagna 2023 – ha precisato Lualdi -. L’impegno del Comitato sarà di ripartire da questa situazione indubbiamente negativa per le aziende agricole e sementiere con idee nuove che possano mettere al riparo tutti gli operatori dal ripetersi di analoghe difficoltà. È probabilmente giunto il momento di ragionare insieme sulla definizione di contratti pluriennali che offrano garanzie più solide a tutti coloro che fanno rifermento all’Accordo quadro interprofessionale”.

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