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CLARA MOSCHINI

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Londra: ora anche il vino parla inglese

Più che decuplicata la produzione UK di bottiglie in un decennio. +74% di superfici vitate in 5 anni

Il cambiamento climatico favorisce varietà come il Pinot nero e lo Chardonnay

Da sempre assidui importatori di vino, oggi i britannici coltivano e valorizzano sempre più vigneti Made in Uk. Al momento, la produzione è destinata essenzialmente al mercato nazionale ma la prospettiva è quella di incentivare sempre più un proprio export. Al punto che alcuni vini e, ancor più, alcuni spumanti inglesi si stanno mostrando competitivi in molti concorsi enologici internazionali.

Nell'arco di un decennio esatto, le bottiglie prodotte oltremanica sono passate da un milione a 12,2 milioni. L'export è tuttavia ancora residuale e copre attualmente soltanto il 7% dell'intera produzione. Il netto miglioramento della qualità percepito nel Paese, ha generato un'aumento delle superfici vitate del 74% nell'arco degli ultimi cinque anni.

"Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a un aumento di due volte e mezzo della produzione di vino inglese, con oltre 3.480 ettari di vigneto e una produzione che potrebbe raggiungere i 40 milioni di bottiglie entro il 2040 - dice Chris Unger, direttore vendite e marketing di una casa vinicola nello Hampshire -. Anche se non è paragonabile alla Francia, è chiaro che la crescita è fenomenale".

Se è vero, poi, che non tutti i mali vengono per nuocere, i cambiamenti climatici hanno favorito la possibilità di coltivare in modo stabile varietà di spumanti come il Pinot Nero o lo Chardonnay. La prospettiva a lungo termine è quella di mettere in difficoltà la concorrenza di Paesi come l'Italia o la Spagna, dove le temperature troppo alte degli ultimi anni starebbero penalizzando cultivar di quelle stesse varietà.

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EFA News - European Food Agency
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