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CLARA MOSCHINI

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Ab Inbev, colpi di coda alla sostenibilità

Il birrificio dichiara che, in onore all'ambiente, non taglia più la coda ai cavalli utilizzati per la pubblicità

Cosa non si fa in nome dell'ambiente! In genere sono tutte "buone azioni", migliori quando riguardano giganti del business come il produttore di birra Anheuser-Busch, parte del colosso mondiale della birra Anheuser-Busch In Bev. Ebbene, la multinazionale belga, ha dichiarato oggi di aver smesso di tagliare le code dei suoi cavalli Clydesdales utilizzati per la pubblicità della birra Budweiser, marchio Usa che le appartiene. 

La decisione è stata assunta dopo che l'organizzazione animalista Peta, People for the ethical treatment of animals (PETA) ha lanciato una campagna contro questa pratica.

"La sicurezza e il benessere dei nostri amati Clydesdale sono la nostra massima priorità: la pratica della mozzatura della coda degli equini è stata interrotta all'inizio di quest'anno", confermano da Anheuser-Busch, .

Secondo quanto dice l'American veterinary medical association, la pratica definita "inchiodatura", vietata in alcuni Stati e Paesi, consiste tradizionalmente nel tagliare l'estremità dell'osso sacro del cavallo per evitare che la coda interferisca con i finimenti e le attrezzature del carro, 

La Peta, che ha dichiarato di aver vinto la sua campagna, ha affermato che l'amputazione era dolorosa e che il video dei Budweiser Clydesdales mostrava gli animali che cercavano invano di usare i resti della coda per scacciare gli insetti che mordevano e diffondevano malattie.

Il Clydesdale, una razza di cavalli di alta statura originaria della valle del fiume Clyde in Scozia, è stato a lungo utilizzato dalla Budweiser nella sua pubblicità, facendo talvolta apparizioni durante gli spot del Super Bowl. L'organizzazione animalista ha lanciato la sua campagna contro il docking poco prima della grande partita, lo scorso febbraio.

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EFA News - European Food Agency
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