Che fine fa Eataly? Va in America
Obiettivo raddoppiare il fatturato: 20 nuovi punti vendita tra Usa e Canda in 4-5 anni
Finirà che Eataly se ne va in America e tanti saluti? Potrebbe essere, almeno stando a quanto si apprende dal Corriere della Sera che dedica un ampio reportage all'ex creatura di Oscar Farinetti (la seconda ex creatura, visto che anche Fico non è più roba per l'Oscar nazionale) passata a Investindustrial di Bonomi giusto un mese fa (leggi EFA News). L’obiettivo di Eataly, secondo il Corsera, è raddoppiare il fatturato generato in Nord America.
“Contiamo di aprire una ventina di punti vendita Eataly tra Stati Uniti e Canada nei prossimi 4-5 anni", sottolinea Andrea Cipolloni, amministratore delegato di Eataly da settembre 2022, cioè da quando il 52%, cioè la maggioranza della società, fondata nel 2004 da Oscar Farinetti, è passata alla Investindustrial presieduta da Andrea Bonomi (leggi EFA News).
“Stati Uniti e Canada sono il nostro faro -dice Apolloni-. In quest’area abbiamo dato un’importante accelerazione allo sviluppo di Eataly e contiamo di aprire una ventina si nuovi punti vendita nei prossimi 4-5 anni. Apriremo il secondo store a Toronto a novembre e il terzo a Manhattan”.
L’obiettivo, dicevamo, è raddoppiare in tempi ragionevoli il fatturato americano, che già oggi vale circa 470 milioni di Euro sui circa 675 milioni di ricavi totali stimati da Eataly per il 2023, in aumento del 12% rispetto a 602 milioni del 2022. E dopo il rosso di 28,7 milioni registrato l’anno scorso (leggi EFA News), Cipolloni conta di chiudere il 2023 “non in perdita”. Ma, dice, "dipende da come andranno le vendite a Natale".
Ricorrenza dove saranno protagonisti panettoni e pandori, la prima categoria che vedrà una novità, cioè la private label Eataly, da cui dovrebbe passare lo sviluppo in Italia. Altre categorie che saranno interessate dal marchio Eataly sono la pasta, il caffè e cioccolato. Prodotti che potranno essere collocati anche fuori dalla rete Eataly: “Stiamo considerando location di nicchia come Harrods a Londra“, ha anticipato Cipolloni.
E l'Italia? Dopo che, nel 2021, sono stati chiusi i negozi di Bari e Forlì, adesso, lo sappiamo, è il turno di Fico Eataly World. Chiuso anch'esso, con tanto di strascico polemico (leggi EFA News). In Italia si contano ancora 12 negozi, da Firenze in su. Si procederà a un restyling dei punti vendita, ma stop alle aperture di nuovi megastore.
“Continueremo a valutare le opportunità che si presenteranno”, dice Apolloni. Sembra prendere forza l’idea di collocare negozi di medio-piccole superfici dentro aeroporti e stazioni ferroviarie, anche in franchising. “Dopo Roma Fiumicino, aprirà entro fine anno anche Roma Termini, con uno spazio di 700 mq”, rivela Cipolloni. Stessa cosa in Europa, dove Eataly è presente a Londra, Parigi, Monaco, Stoccolma e prepara il debutto a Bruxelles e Dresda. All’orizzonte, poi, c’è la sfida cinese, di cui si sta occupando il presidente Nicola Farinetti, figlio di Oscar.
EFA News - European Food Agency