Accordo in Ue per la nuova legge sul greenwashing
Le imprese non potranno utilizzare indicazioni ambientali generiche su alimenti e altri prodotti
L'Ue dà un ulteriore un giro di vite alle dichiarazioni di neutralità circa le emissioni di carbonio. I consumatori godranno di nuovi diritti che li aiuteranno a fare scelte più sostenibili impedendo che le aziende facciano dichiarazioni ingannevoli di "greenwashing", in seguito all'accordo raggiunto il 19 settembre scorso dai legislatori europei sulla "Direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde". Le norme rappresentano un importante passo avanti per contribuire agli sforzi dell'Europa verso un'economia più circolare.
Di fatto, la nuova svolta, in ballo dal mese di maggio 2023 (leggi EFA News) costringe le aziende a essere sempre più precise quando si tratta di etichette su ingredienti: le nuove leggi europee che saranno introdotte nel 2026, infatti, mirano a impedire alle aziende di fare affermazioni ambientali non comprovate, come "carbon neutral". In base alla nuova legislazione, le imprese non potranno utilizzare indicazioni ambientali generiche, come "ecologico", "neutrale per il clima" o "biodegradabile", senza fornire la prova di "eccellenti prestazioni ambientali riconosciute": questo includerà le indicazioni basate sui programmi di compensazione delle emissioni, secondo cui un prodotto ha un effetto "neutro", "ridotto" o "positivo" sull'ambiente.
Per diventare legge, il Parlamento e il Consiglio dell'Ue dovranno dare il via libera ufficiale all'accordo provvisorio, con una votazione da parte degli eurodeputati prevista per novembre. Gli Stati membri avranno poi 24 mesi di tempo per incorporare le nuove regole nella loro legislazione A battere il tempo per concludere l'iter e arrivare alla prima etichettatura "reale" ci pensa la Beuc, l'Organizzazione europea dei consumatori che ha definito "controversi" gli schemi di compensazione, quelli con cui le aziende mirano a rimuovere la CO2 dall'atmosfera partecipando a pratiche come i progetti di riforestazione. La Beuc sottolinea che questo meccanismo non offre "alcuna garanzia di immobilizzazione delle emissioni di carbonio per il futuro" e può spesso rappresentare l'opzione più economica per le aziende, dissuadendole dall'adottare misure più ambiziose (e costose) per ridurre le emissioni all'interno delle proprie attività.
"I consumatori finiscono per perdersi in una giungla di dichiarazioni ecologiche senza sapere quali siano affidabili -spiega il vice direttore generale di Beuc, Ursula Pachl-. Fortunatamente, le nuove regole mettono un po' d'ordine nel caos delle dichiarazioni verdi". Pachl definisce "un'ottima notizia" la proposta di vietare le indicazioni sulla neutralità delle emissioni di anidride carbonica, aggiungendo che "non esiste" un prodotto alimentare neutro dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica, sia esso il formaggio o un imballaggio come le bottiglie di plastica. "Le indicazioni sulla neutralità delle emissioni di anidride carbonica sono un vero e proprio greenwashing -aggiunge-. È una cortina di fumo che dà l'impressione che le aziende stiano agendo seriamente sul loro impatto climatico".
Alcune aziende del settore alimentare e delle bevande hanno annunciato che quest'anno i loro prodotti hanno raggiunto lo status di "carbon neutral". Un esempio è l'azienda lattiero-casearia Wyke Farms, che dice di aver lanciato a maggio "il primo burro al mondo a emissioni zero" nella sua gamma Ivy's Reserve, prodotto nel suo nuovo impianto da 10 milioni di sterline alimentato a energia rinnovabile. L'azienda ha lavorato in collaborazione con il Carbon Trust per intraprendere un'analisi delle emissioni di carbonio in conformità con la specifica PAS 2060 sulla neutralità del carbonio. "All'inizio di settembre abbiamo annunciato l'aggiornamento dei nostri servizi di etichettatura delle emissioni di carbonio dei prodotti, che seguono standard rigorosi, in linea con le migliori pratiche internazionali, e sosteniamo le modifiche alla normativa per garantire che tutte le dichiarazioni sul clima ricevano un livello di controllo simile -spiegano da Carbon Trust-. Crediamo che molte aziende siano pronte a fornire questo servizio e che i consumatori se lo aspettino sempre di più".
Negli Stati Uniti il gigante dolciario Mars ha annunciato di aver ottenuto la certificazione carbon neutral per tutte le sue barrette vendute quest'anno nel Regno Unito, in Irlanda e in Canada, certificata da SCS Global. L'azienda ha dichiarato che questo risultato è stato ottenuto grazie a una combinazione di compensazione e riduzione effettiva delle emissioni.
Tornando infine in Eurpa, il deputato del Parlamento europeo Biljana Borzan ha commentato: “Stiamo eliminando il caos delle affermazioni ambientali, che ora dovranno essere comprovate, e le affermazioni basate sulla compensazione delle emissioni saranno vietate”.
EFA News - European Food Agency