La pasta all'uovo di Campofilone ha da oggi un Consorzio di tutela
Presentato ufficialmente stamattina nella sede della Regione Marche ad Ancona
Tutelare la qualità e la tradizione della pasta all’uovo di Campofilone, promuoverla sui mercati nazionali ed esteri, ma anche farne un bene “immateriale” per attrarre i turisti e portarli a conoscerne la produzione direttamente nella sua culla, nella Valdaso, incastonata tra il mare e i Sibillini. È l’obiettivo che si propone il neonato Consorzio di tutela dei Maccheroncini di Campofilone Igp, che si è presentato ufficialmente al pubblico ad un mese dalla sua costituzione dal notaio, questa mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede della Regione Marche ad Ancona.
Presenti il presidente della Regione Francesco Acquaroli, l’assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini, il sindaco di Campofilone Gabriele Cannella, l’assessore comunale al Turismo ed Enogastronomia Ercole D’Ercoli, il presidente della Camera di commercio delle Marche Gino Sabatini, il direttore dell’Atim Marco Bruschini, il presidente del neocostituito Consorzio di tutela Gabriele Marcozzi, oltre naturalmente ai 6 produttori pastai di Campofilone (Carassai, De Carlonis, Marcozzi, Marilungo, Spinosi, Campofilone srl), che hanno aderito al consorzio il 28 agosto scorso sotto la supervisione dei tecnici del ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste, Masaf.
“È una giornata molto importante quella di oggi – ha detto il presidente Acquaroli –, perché con il riconoscimento del Consorzio la nostra regione ha finalmente, anche per questo prodotto, un’opportunità enorme di crescita sulla filiera enogastronomica e anche dal punto di vista turistico. Parliamo di un’eccellenza prodotta nel comprensorio della Valdaso, nel Comune di Campofilone dove, grazie alla storia e al grande lavoro messo in campo degli imprenditori che sono i produttori e i pastai, e alle massaie che hanno portato avanti questa tradizione, oggi abbiamo una preziosa possibilità in più per far conoscere il nostro territorio a livello nazionale e internazionale, e per attrarre qui tutti coloro che vorranno non solo assaggiare un prodotto, ma vivere l’esperienza in cui questo prodotto è nato, è cresciuto e si è confermato. Ci ancoriamo ai nostri valori e alla nostra storia di cui andiamo orgogliosi, ma con lungimiranza, per costruire una narrazione che guardi al futuro”.
“Quello di oggi è un momento storico – ha quindi commentato Antonini -, perché i consorzi sono fondamentali proprio per tutelare, promuovere e informare anche i consumatori rispetto alla IGP che rappresentano. Già da 10 anni abbiamo ottenuto l’IGP e c’era anche un disciplinare come normativa, ma non esisteva un consorzio che la rappresentasse. Finalmente oggi è stato raggiunto questo risultato molto importante anche per la Regione perché è un elemento in più che può aiutare a sostenere e valorizzare tutto un sistema e una rete fatti di prodotti di eccellenza delle nostre Marche, che appunto i consorzi hanno come obiettivo prioritario”.
“Per la comunità di Campofilone, ma anche per tutte le Marche oggi è davvero un momento veramente storico – ha aggiunto il sindaco Cannella ricordando l’impegno degli ex-sindaci e degli organizzatori della Sagra dei Maccheroncini di Campofilone, che si sono succeduti nel tempo -. Il Maccheroncino è un prodotto tipico che si può produrre solo nei 12 km² del Comune di Campofilone, ed è da tempo esportato in tutto il mondo: creare un consorzio di tutela significa dare qualità, far sì che venga tutelato il prodotto e soprattutto che i pastai possano insieme lavorare per nuovi progetti e per promuovere sempre di più un prodotto di indiscussa eccellenza che garantisce un ritorno economico per tutta la Valdaso. Il rapporto tra il Maccheroncino e Campofilone è inscindibile perché crea lavoro e sostiene il turismo attirando visitatori”.
“Ci sono voluti molti anni per istituire il Consorzio - ha spiegato il presidente Marcozzi -, perché volevamo creare una realtà unità e coesa. Siamo riusciti a riunire tutti tranne una piccola azienda (per motivi burocratici) e rappresentiamo insieme il 99% della produzione. Adesso guardiamo al futuro prossimo per organizzare le prime iniziative. Già il 7 novembre 2013 si celebra il decennale dell’ottenimento dell’IGP: l’idea è di valorizzare questa data con iniziative sia a Campofilone che a Roma”. Anche il presidente della Camera di Commercio delle Marche Sabatini si è congratulato per il risultato raggiunto: “Si è formato – ha sottolineato - uno dei consorzi più importanti che possiamo promuovere in tutte le nostre kermesse. Con il presidente e la giunta Acquaroli si sono create molte sinergie e siamo convinti che insieme si possa fare molto per la crescita e lo sviluppo del nostro territorio. Cerchiamo di mettere insieme tutte le attività di qualità che unite possono dare un valore aggiunto. Approfittiamo di questa positiva alchimia che si è creata per lavorare in squadra e presentarci al meglio in tutto il mondo”.
Emozionato e soddisfatto l’assessore Ercoli: “Noi piccoli comuni siamo sempre un po’ ai margini, ma oggi ci sentiamo al centro dell’attenzione e coccolati e questo è un segnale importante di cui ringrazio di cuore. È un momento di festa: c’è voluto tempo per raggiungere un equilibrio ma oggi la squadra è compatta e possiamo recuperare gli anni persi. Un grazie ai produttori che hanno accettato questo passo. Un pensiero alle nostre massaie che ci hanno preceduto e a quelle che ancora resistono”.
I primi testi che parlano dei Maccheroncini di Campofilone risalgono addirittura al 1500. In base alle ricerche storiche fatte finora negli antichi archivi, la dicitura esatta compare per la prima volta nel 1860 quando la signora Giovanna Astori, in occasione della Fiera Agricola di Fermo, vinse il primo premio proprio per i suoi Maccheroncini. L’impasto deve essere preparato con le migliori farine (semola di grano duro o farina di grano tenero 00) e uova fresche da allevamenti a terra, senza l’aggiunta di acqua; successivamente steso in sottili sfoglie e tagliato in fili sottilissimi disposti ad asciugare su caratteristici fogli di carta. L’impasto deve essere costituito dal 33% di uova (da 7 a 10 per ogni kg di farina), gli ingredienti devono tassativamente essere non OGM e rintracciabili.
L’indicazione geografica è ammessa solo in caso di rispondenza alle caratteristiche fisiche e chimiche, espresse su 100 g di prodotto finito, previste dal Disciplinare di Produzione:
• Lunghezza: da 35 a 60 cm;
• Larghezza: da 0,80 a 1,20 mm;
• Spessore: da 0,3 a 0,7 mm;
• Proteine (azoto x 5,70) minimo 12,50 su cento parti di sostanza secca.
Oltre al formato caratteristico, che conferisce estrema velocità di cottura, altri elementi distintivi sono: il confezionamento e la proporzione dell’impasto, che, unitamente al processo di essiccazione lento, determina un’elevatissima resa del prodotto e quindi un’alta capacità assorbente del condimento.
Il riconoscimento IGP è arrivato nel 2013 (Reg. (UE) 7/11/2013, n. 1130).
EFA News - European Food Agency