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CLARA MOSCHINI

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Mense scolastiche, Anac fissa i paletti per le gare

Fipe-Angem: "Conferma delle nostre ragioni, alle stazioni appaltanti serve indirizzo univoco"

È arrivato nei giorni scorsi il parere di precontenzioso dell’Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione, che mette ordine nel settore dell'affidamento dei servizi mensa scolastiche. Secondo il parere dell'Anac, sebbene "le stazioni appaltanti abbiano la discrezionalità tecnica di individuare il prezzo base di gara per il singolo pasto, ha il dovere di rendere noto l’iter logico seguito per la determinazione del prezzo. Se non fornisce elementi sufficienti per la verifica di quanto determinato, sussistono i presupposti per mettere in discussione la valutazione tecnica effettuata". 

“La determinazione del prezzo a base d’asta -secondo l'authority- non implica una mera scelta di convenienza e opportunità, ma una valutazione alla stregua di cognizioni tecniche, sulla quale è possibile il solo sindacato estrinseco", ovvero "limitato ai casi di complessiva inattendibilità delle operazioni e valutazioni tecniche operate dall’amministrazione, alla illogicità manifesta, alla disparità di trattamento". Questo perché il giudice non può "giungere alla determinazione del prezzo congruo”. 

Tutto questo vale solo se l’amministrazione rende noto l’iter logico seguito. Per stabilire l’importo, infatti, è opportuno fare riferimento a criteri verificabili, al fine di scongiurare il rischio di una base d’asta arbitraria perché manifestamente sproporzionata, con conseguente alterazione della concorrenza.

"La pronuncia dell’Anac rappresenta un’ulteriore conferma della bontà delle posizioni che Fipe-Confcommercio e Angem ristorazione collettiva sostengono ormai da anni. È indispensabile -sottolinea un comunicato - fornire alle stazioni appaltanti una linea di indirizzo univoca, imponendo meccanismi che garantiscano la congruità delle basi d’asta, clausole efficaci di adeguamento dei prezzi e verifica preventiva sulla reale disponibilità dei prodotti alimentari, in particolare i biologici, per tutta la durata dei contratti". 

"Sotto questo profilo -prosegue la nota-, bisogna considerare che a fronte di una sempre maggiore richiesta di materie prime biologiche, diventa ora più che mai necessario intervenire sulle basi d’asta, aumentandone gli importi". In altri termini, dice ancora la nota, "è necessario scongiurare scenari in cui le basi d’asta siano insufficienti alla copertura dei costi di produzione": costi che risultano fortemente condizionati, tra l’altro, dall’aumento dei prezzi delle materie prime e del costo dell’energia elettrica e del gas naturale“.

"Il parere dell’Anac rappresenta un elemento importante nelle interlocuzioni che Angem sta portando avanti a tutti i livelli istituzionali -spiega Carlo Scarsciotti, presidente di Angem-. Nonostante le difficoltà che il settore ha dovuto affrontare negli ultimi anni, dalla pandemia ai rincari, dai prezzi fissi ai contratti aggiudicati in periodo socio-economico più favorevole, abbiamo continuato a garantire un servizio pubblico essenziale, trasferendo sulle nostre aziende gli incrementi". 

"Questa situazione -sottolinea Scarsciotti- non è più sostenibile. È necessario subito un adeguamento, che non deve essere scaricato sulle famiglie. In assenza di un intervento pubblico, però, l’unica soluzione percorribile è rivedere i contratti nei loro contenuti, superando le logiche passate del ‘tutto biologico’, che forse non ci possiamo più permettere, e tornare alla tradizione”.

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