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CLARA MOSCHINI

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Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg: raccolto a -15%

Quest'anno, i produttori puntano soprattutto sulla qualità della vendemmia

Si è chiusa da pochi giorni la vendemmia 2023 nella denominazione Conegliano Valdobbiadene. In cantina c’è ottimismo nonostante le sfide che hanno impegnato i viticoltori nel corso dell’anno. Infatti, l’appuntamento con la raccolta quest’anno è stato più complesso rispetto alle annate precedenti, soprattutto per ragioni metereologiche, ciononostante la qualità delle uve conferite è sopra alle aspettative e questo alimenta la fiducia per un’annata che confermerà il livello qualitativo a cui ormai i consumatori sono abituati.

Diminuisce di circa il 15% la quantità di uva raccolta; questa la ripercussione più evidente dell’annata. Ma grazie ai monitoraggi sempre più precisi nei giorni precedenti alla raccolta l’uva arrivata in cantina ha il corretto equilibrio tra acidità e indice Babo. Infatti, la gradazione alcolica delle uve varia a seconda della zona di raccolta, in media si attesta intorno ai 13.9 gradi babo. Per quanto riguarda l’acidità in tutta la denominazione si assesta intorno al 7 g/l garantendo così l’equilibrio necessario a versare nei calici spumanti freschi e di carattere. Dai primi assaggi dei mosti si riporta una buona acidità malica e un quadro aromatico di altrettanta intensità dai vigneti del valdobbiadenese. Spostandosi verso il centro della denominazione si registra un’ottima finezza, una buona intensità olfattiva e in generale armonia gustativa.

Ancora una volta, nonostante l’andamento climatico non sia in linea con i valori medi per alcuni parametri, il territorio ha dimostrato una grande vocazione per la varietà Glera e quest’ultima un grande adattamento ad esso. Da un punto di vista metereologico il 2023 è stata un’annata che ha alternato periodi siccitosi, concentrati principalmente nei primi mesi dell’anno, a periodi molto piovosi da maggio per tutta l’estate. Inoltre, non sono mancati eventi grandinigeni importanti che hanno interessato in particolare la parte più occidentale della denominazione. Infatti, nella seconda metà di luglio quando il vigneto si stava avviando all’inizio della maturazione, le grandinate del 24 e 25 del mese hanno interrotto il processo e ci sono volute due settimane, sia alla vite sia al viticoltore, per riorganizzarsi. Fortunatamente, a seguito della grandine, il clima è tornato adeguato alle necessità di sviluppo delle piante che hanno generato nuova vegetazione utile per riprendere i processi di maturazione. In questo contesto di complessità generale, si sottolinea che la buona fertilità della pianta, ha contribuito a proteggere i grappoli, l’abbondante apparato fogliare è stato utile contro la grandine e contro il caldo eccessivo.

lml - 35030

EFA News - European Food Agency
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