Risparmiare acqua in cucina, si può
Tra i consigli della Fondazione Barilla riutilizzare l'acqua avanzata dalla cottura o bollitura dei cibi
In occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, una call to action per chef, cuochi e organizzazioni no profit d’Europa invitati a partecipare al "Climate Smart Chefs Award.
La maggior parte dell'acqua viene utilizzata per produrre il cibo che mangiamo. Ognuno di noi ne consuma mediamente - cibi compresi - 5800 litri al giorno. Come contenere, dunque, il consumo idrico? Un primo passo è adottare la dieta mediterranea, che con la sua ricca base quotidiana di verdura, frutta e cereali, è la nostra principale alleata per abbassare gli impatti sull’ambiente, a beneficio della nostra salute. Inoltre, possiamo intervenire sui metodi di cottura: ad esempio, quella a vapore richiede molta meno acqua rispetto alla bollitura e aiuta a preservare più sostanze nutritive nel cibo. Un metodo tra i tanti è il riutilizzo dell’acqua per più preparazioni, ad esempio per fare brodi o cuocere le verdure. Oppure ancora, possiamo contenere gli sprechi usando, quando possibile, tutte le parti di un alimento, come le bucce. Tutte azioni e consigli, questi, che sono presenti nel volume “100 Food Facts – Piccola guida per grandi cambiamenti” e che sono stati estrapolati dalla Fondazione Barilla, in vista della Giornata Mondiale dell’Alimentazione (16 ottobre) dedicata proprio al tema dell’acqua.
Con l’occasione, la Fondazione lancia anche una call to action per chef, cuochi e organizzazioni no profit d’Europa invitandoli a partecipare al "Climate Smart Chefs Award", il premio che riconosce l’impegno di chi agisce a favore di un’alimentazione sana rispettosa del Pianeta, che combatte il cambiamento climatico e riduce l’impronta idrica. Quando si parla di cibo e di risparmio idrico, infatti, bisogna guardare non solo alle nostre scelte in casa, ma anche ai consumi fuori casa e, considerato che nel 2022 in Italia le visite a bar e ristoranti sono state pari a 6,3 miliardi, diventa chiaro che il ruolo degli chef sarà sempre più centrale per aiutare i clienti ad acquisire maggiore consapevolezza sulle questioni climatiche e ambientali attraverso la progettazione dei menù e con una comunicazione più mirata ed efficace. Con l’obiettivo di coinvolgere quanti più addetti ai lavori nell’essere parte di questo processo di educazione, è nato il progetto Life Climate Smart Chef, che prevede un corso di Alta Formazione per i professionisti del settore ristorativo (con l’obiettivo di formarne 160 in tre anni) e il "Climate Smart Chef Award", il premio rivolto a chef professionisti, cuochi in formazione o esordienti, e a iniziative locali promosse da organizzazioni no profit che lavorano per un’alimentazione più attenta all’ambiente.
"La gestione responsabile dell'acqua è una sfida cruciale che tutti noi siamo chiamati ad affrontare in casa, al ristorante, ma anche a livello economico e sociale. Attraverso la dieta mediterranea e chiedendo ai nostri ristoranti di fiducia piatti attenti alla salute del Pianeta, possiamo contribuire a ridurre l’uso d'acqua. Come Fondazione Barilla abbiamo voluto dare il nostro contributo per fornire agli chef del futuro gli strumenti per affiancare alla gioia del cibo, anche l’attenzione all’ambiente per diventare dei veri promotori del cambiamento. E in questo senso, la nascita del Climate Smart Chef Award nasce proprio per riconoscere il merito a chi già oggi sta facendo tanto per attivarsi in questa direzione”, ha dichiarato Marta Antonelli, coordinatrice del progetto Life Climate Smart Chefs e direttrice della Ricerca di Fondazione Barilla.
EFA News - European Food Agency